Teatro alla Scala di Milano, svolta “green”: le luci della prima da fonti rinnovabili
Il prossimo 7 dicembre, quando al Teatro alla Scala di Milano andrà in scena la "Tosca" diretta dal maestro Riccardo Chailly, che a Giacomo Puccini ha dedicato gran parte della sua carriera, con regia di Davide Livermore e protagonista la star della lirica Anna Netrebko, si tratterà della prima più "green" che il mondo della lirica abbia mai visto. "Sostenibilità" è la parola d'ordine. Settore in cui la Scala si appresta a diventare un modello per i teatri di tutto il mondo, tagliando degli importanti traguardi in questo campo, rendendo il teatro il più possibile a bassi consumi ed emissioni, paperless e plastica-free. Innanzitutto, partendo da ciò che in genere è a maggior impatto ambientale: le luci dello spettacolo. Che, per la "Tosca", vedranno il fabbisogno energetico soddisfatto da energia proveniente da fonti pulite e rinnovabili. Una rivoluzione per lo spettacolo dal vivo, che non potrà che segnare il solco in futuro.
Biglietti digitali e differenziata alla Scala
Questa rivoluzionaria misura nel modo di fare spettacolo dal vivo va ad aggiungersi ad altre misure già adottate da tempo. Come il biglietto elettronico già in uso, che ha ridotto le stampe dei biglietti tradizionali del pubblico individuale di oltre il 63% negli ultimi anni, secondo quanto comunicato dallo stesso Piermarini, mediante l’invio per posta elettronica del biglietto digitale.
La "Tosca" di Puccini è sold out
Il 7 dicembre prossimo si annuncia come un evento la prima al Piermarini, dove andrà in scena la "Tosca". Il capolavoro di Puccini aprirà la stagione con un cast di stelle della musica lirica, a cominciare dal soprano russo Anna Netrebko e dal tenore Francesco Meli. Cast che ha provocato subito "Sold out” in poche ore, quando sono stati venduti i duemila posti del teatro, nonostante i prezzi non proprio popolari: il biglietto meno caro costava 110 euro, fino a un massimo di 3mila euro per un posto in platea. La serata sarà dedicata a Paolo Grassi, il “poeta dell’organizzazione” che ha fatto della formazione di un pubblico consapevole e critico il perno della sua idea della funzione culturale e civile del Teatro.