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Teatri lirici sul piede di guerra: al San Carlo salta il concerto inaugurale

Dopo l’approvazione al Senato del decreto cultura scatta la protesta in due grandi teatri lirici italiani: la Scala e il San Carlo che, a casua dell’agitazione permanente indetta dall’Assemblea dei lavoratori, ha annullato il concerto inaugurale a cui avrebbe dovuto partecipare il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
A cura di Andrea Esposito
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A due giorni dall’approvazione in Senato del decreto Cultura, che passa ora al vaglio della Camera per l’approvazione definitiva, tra gli operatori del comparto spettacolo è già bagarre. In prima fila due delle principali fondazioni liriche italiane: il Teatro alla Scala di Milano e il Teatro di San Carlo di Napoli. Ma a questi si aggiunge anche la levata di scudi del direttore del Piccolo Teatro, Sergio Escobar, che dichiara: "È difficile spiegare gli arzigogolati passaggi tecnici del decreto, ma la sostanza è che il Piccolo, se non vengono accolti gli emendamenti, sarebbe trattato alla stregua di un ufficio anagrafe, impedendogli di fatto di continuare a essere virtuoso anche sul piano dei bilanci, da sempre in pareggio". Gli fa eco il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, presidente del consiglio di amministrazione del teatro scaligero, che definisce "un disastro" il testo approvato dal Senato, ricordando che "le criticità del decreto erano state segnalate, ma non vi è stato alcun riscontro".

Sul fronte napoletano è ormai certo l’annullamento del concerto inaugurale della stagione sinfonica 2013-2014 fissato per sabato 28 settembre e della replica del giorno 29. L’Assemblea dei lavoratori ha confermato lo stato di agitazione permanente per protestare contro il decreto legge “Valore cultura”. La sovrintendente del Massimo partenopeo, Rosanna Purchia, ha oggi dichiarato: “Nessuna decisione è stata presa in merito al decreto legge, né dal cda, né dalla sottoscritta. Decreto peraltro non ancora convertito e di cui non si conosce ancora il testo definitivo. Ciò che auspico, e lo dico con forza, è di trovare insieme al cda, alle organizzazioni sindacali e alla rsu un percorso condiviso che non penalizzi i lavoratori”.

Una stagione che si preannuncia calda sul fronte delle proteste per un comparto già fortemente penalizzato in questi anni dai continui tagli al Fus. Ma il disagio oltre a coinvolgere gli operatori e le maestranze riguarda anche abbonati e spettatori a cui la Purchia rivolge le proprie scuse: “Sento di scusarmi a nome della Fondazione per il disagio arrecato al nostro amato pubblico che ci ha sempre sostenuto”.

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