Taylor Swift ci incatena al suo romanzo rosa anche nel nuovo album The Tortured Poets Department
The Tortured Poets Department è il nuovo album di Taylor Swift, pubblicato nelle scorse ore. Rappresenta l'11° progetto in studio della cantautrice statunitense, a un anno e mezzo di distanza da Midnight pubblicato il 21 ottobre 2022. Nel frattempo, nell'opera di ri-registrazione della sua discografia, legati ai problemi in passato avuti con il suo agente Scooter Braun, sono stati pubblicati le Taylor's Version di Speak Now e 1989. Negli ultimi mesi, Taylor Swift è ufficialmente diventata una miliardaria, a 34 anni, come suggerisce Forbes. Ha vinto, con Midnights, il suo quarto miglior album dell'anno ai Grammy 2024, ha superato un miliardo di dollari in biglietti venduti del suo The Eras Tour. Lo stesso tour che è diventato il film-concerto con più biglietti venduti della storia, incassando solo nelle prime settimane di vendita 100 milioni di euro. La sua rilevanza internazionale l'ha portata sulla copertina del Time che la mette anche davanti all'incoronazione di Re Carlo III. Ma anche nel day-time statunitense, soprattutto nelle discussioni in merito alle elezioni presidenziali che vedranno il prossimo presidente – uno tra Joe Biden e Donald Trump – salire al Campidoglio di Washington il prossimo 20 gennaio 2025.
Sarebbe complesso destrutturare ormai il personaggio Taylor Swift, spogliandolo dei vari e complessi significati che ormai la allontanano anche dalla sua musica. Basti pensare a come la sua scelta di esibirsi solo a Singapore nel prossimo tour, che toccherà anche il sud-est asiatico, abbia costretto il primo ministro del Paese a una disputa con la sua controparte thailandese. Taylor Swift è diventata anche più grande della sua musica, del suo passato e The Tortured Poets Department è il tentativo di stampare nella memoria comune questa bolla mediatica, senza soffocarla.
Alle 16 tracce del progetto originale, se ne aggiungono altre 15, diventando quindi un doppio album, traducibile commercialmente in svariate versioni: un aspetto fondamentale della distribuzione post-Reputation della cantante statunitense. A rendere The Tortured Poets Department un album di Taylor Swift, musicalmente, c'è la presenza di Aaron Dessner e Jack Antonoff, la coppia autore/produttore, che ha targato gli ultimi progetti della cantante. Infatti è ormai da "folklore" che la premiata coppia conferisce una dimensione diversa ai prodotti di Swift, formando una cifra stilistica attraverso l'uso di synth-pop o del folk che modellano i suoi ultimi progetto. Risultano invece, un piccolo spin-off del progetto le collaborazioni con Post Malone in Fortnight e Florence Welch dei Florence + The Machine in Florida!!!.
Ma a rendere The Tortured Poets Department un progetto necessario nella discografia di Taylor Swift è il senso di chiusura dell'opera, celebrata già nelle parole della cantante, nel modo in cui viene presentato il progetto: "Chi scrive è fermamente convinta che le nostre lacrime diventino sacre sotto forma di inchiostro su una pagina. Una volta che abbiamo raccontato la nostra storia più triste, possiamo liberarcene". Taylor Swift ha utilizzato lo spazio di un progetto da 16 (+ 15) tracce per avvicinare, ancora di più, come se ce ne fosse bisogno, la lente d'ingrandimento sulla sua vita privata. Un processo di rappresentatività nel pubblico che Swift ha utilizzato nel suo lungo percorso musicale, lasciando spesse tracce della propria vita privata in musica. Le stesse allusioni che le permettono, pur essendo la più grande star vivente, di risultare umana nel continuo contrasto sentimentale. The Tortured Poets Department è l'ultima puntata di una stagione della sua serie televisiva, ormai la sua vita privata, concessa al pubblico dominio. Perché tra le sfumature musicali non c'è altro che un meccanismo di auto-narrazione, una ricerca complessa di personaggi primari, secondari, e di trame che costituiscono non più solo il suo racconto musicale, ma la sua vita.
È la stessa Taylor Swift a descrivere il processo in più momenti del progetto. Già partendo dal titolo, che riprende la fine della storia d'amore con l'attore britannico Joe Alwyn: infatti il nome riprende quello di una chat Whatsapp che Alwyn aveva insieme agli amici e colleghi Paul Mescal e Andrew Scott. La loro storia d'amore viene ripresa anche in Guilty as sin, in cui la cantante si chiede se la noia e la prevedibilità (della loro coppia) è ciò che si aspetta il pubblico da lei, una prima fotografia della prigione dorata in cui Swift pensava di essere imprigionata. Parliamo di quell'Alwyn che sotto lo pseudonimo di William Bovery aveva partecipato alla scrittura dei suoi album Folklore e Midnights, entrambi vincitori del premio miglior album dell'anno ai Grammy. The Tortured Poets Department assume anche il ruolo di sommario nella presentazione dei personaggi della sua vita privata: perché alla noia di Alwyn, c'è la comparsa del ladro di cuori Matt Healy, frontman della band 1975. In I Can Fix Him (No Really I Can) c'è un riferimento all'episodio razzista che ha coinvolto il cantante, con una ricerca, quasi adolescenziale, di voler cambiare il proprio partner. In But Daddy I Love Him, una citazione al capolavoro Disney La Sirenetta, c'è anche uno dei primi episodi in cui Swift entra in contrasto con il proprio pubblico, a causa di Healy. Nel brano, la cantautrice si scaglia contro i "benpensanti" (il suo team) e il suo pubblico che hanno pubblicamente criticato la scelta di Healy per il suo passato discutibile: "Se tutto ciò che volete è pregare per me, sarà solo un rumore bianco, perché è la mia scelta".
Quando sembra andare tutto per il verso giusto, arriva la revenge song: The Smallest Man Who Ever Lived. Nel brano, Taylor sottolinea quanto, tolta la patina del proibito, il suo "compagno" non fosse altro che il più misero uomo ad aver vissuto sulla terra. Spunterà anche Travis Kelce, il suo nuovo compagno nel progetto, ma ci saranno dischi da dover registrare per costruire una nuova favola per il pubblico. Lo stesso che attacca in Who's Afraid of Little Old Me?, in cui nelle parti finali della canzone, sottolinea: "Mi avete ingabbiata e poi avete dato della pazza, sono quello che sono perché mi avete addestrato così, allora chi ha paura di me?". La stessa Taylor Swift che candidamente ammette di aver preso in giro i fan e i media sul suo stato di salute mentale in I Can Do It With A Broken Heart, di aver finto per mesi sui palchi a causa della separazione da Alwyn. O come in Clara Bow, starlette degli anni '20, in cui descrive il rapporto delle giovani artiste con la fama: prima proiettate in alto come nuova "generazione musicale", poi subito sostituite appena il suono e la moda cambia.
The Tortured Poets Department lascia in eredità una frase che potrebbe descrivere perfettamente Taylor Swift: "Piango molto, ma sono così produttiva, questa è arte". Il concetto di produttività non può, ora più che mai, allontanarsi dalla figura di Swift, al punto che in Thank You AlMee scrive: "Ho scritto un migliaio di canzoni che trovi poco interessanti ma ho costruito un'eredità che non puoi annullare". La ricerca di una rilevanza, di una continua auto-alimentazione della propria storia personale e il relativo successo, sono la più grande opera d'arte di Taylor Swift. Una ricerca ossessiva di dettagli personali da donare al pubblico, così da non dover mai più scindere cos'è la sua vita, cos'è la sua storia, cos'è la sua musica. Taylor Swift padroneggia lo strumento della comunicazione digitale, avendo reso la musica, la piattaforma con cui quotidianamente distribuire pillole sulla sua vita privata. Un tentativo di serializzare la sfera intima, senza cadere nella ridicolizzazione di un prodotto come The Kardashians. Taylor Swift verrà ricordata come una delle più grandi penne del romanzo rosa del nuovo millennio.