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Tagli a scuola, bonus cultura, librerie, cinema: come il governo sta facendo a pezzi la cultura

Nella manovra di bilancio del governo gialloverde sono diversi i tagli a scuola, università e cultura. A fronte di investimenti per l’edilizia scolastica e assunzioni al Mibac, i tagli alla cultura riguardano i musei autonomi, il bonus cultura per i diciottenni, fino ad arrivare al tax credit per le sale cinematografiche e le librerie.
A cura di Redazione Cultura
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Nella prossima manovra di bilancio per il 2019 del governo, come si legge dal decreto firmato dal presidente Mattarella, sono presenti diversi provvedimenti che riguardano direttamente o indirettamente la cultura. A fronte di forti investimenti per la realizzazione di un fondo che prevede risorse anche per l’edilizia scolastica e la previsione di 1000 assunzioni al Mibac, vi sono mirati tagli ad alcuni comparti che fanno riflettere sulla scarsa vocazione "culturale" del governo in carica e della maggioranza che lo sostiene. Mettendo da parte i 29 milioni di tagli a scuola e università che riguardano il bilancio del ministero dell'istruzione e non della cultura, vediamo, nello specifico, di cosa trattano le singole sforbiciate che il dicastero retto da Alberto Bonisoli imporrà al comparto culturale nel suo complesso.

Bonus cultura diciottenni

Il primo e più discusso riguarda il taglio di 20 milioni al Bonus cultura riservato ai diciottenni. Subisce un consistente taglio il fondo per il bonus cultura riservato ai neo maggiorenni voluto all'epoca da Matteo Renzi. La motivazione del governo sarebbe attribuibile allo scarso successo di questo provvedimento tra i giovani, a nostro avviso meglio sarebbe stimolare i giovani a usare di più e meglio questo strumento, invece di eliminarlo. Ad ogni buon conto, come si legge nell'articolo 59 della manovra di bilancio, il fondo passa per l’anno 2019 da 290 a 270 milioni di euro. E uno.

Sforbiciata ai musei autonomi

Secondo punto contestato è il taglio di 2,3 milioni per i musei autonomi. In pratica, sostiene qui il governo, che i musei autonomi prevedono di aumentare le proprie entrare per il prossimo anno, ragion per cui si meritano un taglio di poco superiore ai 2,3 milioni di euro inerente il contributo per il contenimento della loro spesa corrente. E siamo a due.

Tax credit sale cinema e librerie

Poco o per nulla comprensibile è, infine, la decisione di tagliare i crediti d’imposta su librerie ed eliminare del tutto quelli per le sale cinematografiche. La legge di bilancio, infatti, prevede a 4 milioni la riduzione del credito d’imposta per gli esercenti cinematografici, a 1,25 milioni per i crediti d’imposta delle librerie, a 375.000 euro per le case editrici. In particolare, il taglio ai crediti per le piccole librerie sembrano risultare davvero una scelta insensata perché a fronte di una cifra davvero risibile nel bilancio del Mibac e dello Stato in generale, si consentiva alle piccole librerie, quelle autonome e nei piccoli centri, di sopravvivere alla crisi del settore. Oltretutto, questa azione di risparmio sulla cultura ammonta a poco più di 5 milioni di euro. Qualcuno sosterrà che si tratta di piccoli tagli, in realtà si tratta di un grande segno – molto sconfortante – sulla mentalità dell'ottimizzazione di una spesa che resta spropositata in altri settori e su cui invece si agisce fin troppo semplicemente con la mannaia in un settore strategico e che guarda al futuro come cultura, scuola e ricerca.

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