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“Usare” e “utilizzare” non sono sinonimi: vediamo perché

‘Utilizzare’ è scritto e pronunciato come sinonimo di ‘usare’. Ma è un uso erroneo, perché ‘utilizzare’ ha un significato preciso e profondamente diverso da ‘usare’. Con pochi esempi leggeri si può comprendere questa differenza ed evitare di buttarli nella stessa pentola facendo un minestrone sciocchissimo.
A cura di Giorgio Moretti
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Se ti domandano che vuol dire ‘usare' rimani interdetto, è una di quelle parole difficile da spiegare con altre parole. Diciamo che è un mettere in opera qualcosa (spesso anche qualcuno) per un fine. Scusami, uso un minuto la tua penna per compilare il modulo, per il sugo usa pure la passata della mamma, e ovviamente usa la Forza, Luke. Una parolina così breve e comune che è quasi difficile da notare, in una frase.

‘Utilizzare' invece ha un altro peso. Arriva col suo bel suffisso –izzare, di antica ascendenza (dal latino –idiare, a sua volta dal greco –izein) e produttivo come pochi altri. E non solo in italiano: ha omologhi in francese e inglese che così arrivano in italiano tranquillamente. C'è quella doppia ‘z' sonora che s'impone all'occhio e all'orecchio, il numero di lettere s'impenna, e nella frase il verbo ‘utilizzare' ha tutto un altro corpo, rispetto a ‘usare'. Ma ha anche tutto un altro significato.

Quel suffisso ‘-izzare' conferisce al verbo la sfumatura di un ‘fare', di un ‘rendere'. Utilizzare significa letteralmente ‘rendere utile', che solo in un senso molto molto particolare possiamo far collimare con l'usare. Io non utilizzo la penna per scrivere: è già utile a scrivere, anzi è fatta apposta, non ha bisogno di essere ‘resa utile' per questo fine. Magari le posso sfilare l'anima e utilizzarla come una cerbottana, o se non ho un foglietto adatto la utilizzo come segnalibro infilandola fra le pagine del romanzo. Stesso dicasi per la passata della mamma e per la Forza: sono già utili per il fine proposto, non serve un estro che le renda utili.

Il quadro alla fine è piuttosto semplice: il verbo ‘utilizzare' non si deve scegliere solo per sostituire un ‘usare' (consueto e discreto) con un verbo alternativo più altisonante, più corposo. Il verbo ‘utilizzare' si deve scegliere solo quando si vuole intendere proprio il significato di un ‘rendere utile' qualcosa che non sarebbe geneticamente indirizzato a un certo fine. Non utilizzo la bici per muovermi in città, la uso; non utilizzo il coltello per affettare le zucchine (notatelo nelle televendite, la cloaca della lingua: "Vado sicuramente a tagliare quelle che sono le mie verdure che utilizzerò per il risotto"). Invece MacGyver utilizza una graffetta, una gomma da masticare e del succo di arancia per creare un potente esplosivo. Li utilizza, li rende utili: lì sta la sua proverbiale, esagerata prontezza.

Chiudiamo dicendo che invece vale il contrario: il verbo ‘usare' può sempre sostituire il verbo ‘utilizzare', perché nel suo adoperare qualcosa è compreso il renderlo utile. Poi se uno vuole fare un minestrone e usare tutto come sinonimo di tutto lo faccia pure, ma è un peccato mangiare dal trogolo quando si può apparecchiare la tavola.

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Nato nel 1989, fiorentino. Giurista e scrittore gioviale. Co-fondatore del sito “Una parola al giorno”, dal 2010 faccio divulgazione linguistica online. Con Edoardo Lombardi Vallauri ho pubblicato il libro “Parole di giornata” (Il Mulino, 2015).
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