Spoleto, al Teatro romano l’omaggio a Nureyev a 25 anni dalla scomparsa
Oggi avrebbe 80 anni da poco compiuti. Purtroppo, invece, sono già 25 anni che non c'è più. Il più grande ballerino di tutti i tempi (il giudizio, come ovvio, non è unanime), di sicuro una delle più grandi personalità della cultura del ventesimo secolo. Rudolf Nureyev. Morto per Aids il 6 gennaio del 1993. E così, dopo un quarto di secolo, al Teatro romano di Spoleto va in scena un omaggio da parte dei suoi più celebri colleghi contemporanei.
L'appuntamento è per il 28 luglio, quando dal teatro Mariinsky di San Pietroburgo, arriveranno Xander Parish, Maria Khoreva, Anastasia Nuikina e Daria Ionova per danzare "Apollo" di George Balanchine e un passo a due tratto da ‘Marguerite et Armand' di Frederick Ashton che fu cucito addosso a Nureyev e alla sua partner d’elezione, Margot Fonteyn. Ad interpretare "Le jeune homme et la Mort" di Roland Petit (rimontato da Luigi Bonino), ci saranno Baktiyar Adamzhan (Teatro dell’Opera di Astana, Kazakistan) e Nicoletta Manni, étoile del Teatro alla Scala. Dall’Opéra National de Bordeaux arriveranno a Spoleto Oleg Rogachev e Marc-Emmanuel Zanoli che interpreteranno il duo maschile di "Chant du compagnon errant" di Maurice Béjart, danzato alla creazione da Nureyev con Paolo Bortoluzzi.
Non mancheranno all'interno della serata i momenti di virtuosismo che impreziosivano le performance del "tartaro". Il passo a due, che rivelò i prodigi del tartaro volante, tratto dal "Corsaro", danzato per l'occasione dalle nuove stelle della Scala, Martina Arduino e Mattia Semperboni, e quello del "Don Chisciotte", in cui l’azero Adamzhan avrà accanto la russa Tatiana Melnik. In calendario anche il passo a due del "Cigno bianco" dal Lago dei Cigni (interpretati dai due scaligeri) in cui il Nureyev danseur noble incarnava l’essenza stessa dell’eleganza.
Il 6 gennaio 1993 Nureyev muore per Aids
Il 6 gennaio del 1993, 25 anni fa, il più grande ballerino di tutti i tempi muore all'età di 55 anni a causa delle complicazioni dovute al virus dell'Hiv, sviluppatosi in Aids, in un ospedale nei pressi di Parigi. Da trent'anni ormai Rudolf Nureyev viveva in Occidente, girando il mondo in lungo e in largo, mietendo successi, scandali e relazioni da quando aveva abbandonato l'Unione Sovietica. Era nato su un treno a Irkutsk, durante il viaggio che sua madre aveva intrapreso verso Vladivostok, dove si trovava suo padre, un commissario politico dell’Armata Rossa. Era il 17 marzo 1938. Successivamente Rudolf trascorse l’infanzia in Unione Sovietica, più precisamente in Baschiria, mentre infuriavano le purghe volute da Stalin. Entrò per la prima volta in una scuola di danza solo nel 1955, a 17 anni, e subito fu riconosciuto come un ballerino di grande talento. Da allora, una carriera inarrestabile. Divenne primo ballerino del Kirov di Leningrado, un mito.