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Spartakus di Aram Khachaturian chiude la stagione di danza del Teatro Bellini di Catania

Dopo quasi dieci anni torna al Teatro Bellini di Catania il titolo del compositore Aram Khachaturian, in scena fino a domenica 12 giugno, proprio nell’anno delle celebrazioni del sessantesimo anniversario della prima rappresentazione del Teatro Kirov di Leningrado.
A cura di Massimiliano Craus
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Vladimir Vasiliev
Vladimir Vasiliev

Dopo la felice parentesi flamenca di Cosmogonia di Sara Calero dell'aprile scorso, il Teatro Bellini di Catania ospita per la seconda ed ultima volta della stagione in corso un titolo di balletto, stavolta di caratteri sovietici ma dall'eloquente tradizione romana e del suo schiavo Spartaco. A Catania evidentemente Spartakus è piaciuto parecchio nel 2007 quando fu portato in scena direttamente da Jurij Grigorovic, con la sua omonima compagnia, riscuotendo allora un successo di critica e di pubblico di cui ancora oggi se ne serba l'entusiastico ricordo. E così lo schiavo Spartaco torna al Bellini a rivendicare la libertà sua e dell'amata Frigia dalle grinfie del generale romano Crasso. Conosciamo tutti il terribile epilogo e la conseguente crocefissione sulle lance di una delle più crude battaglie della storia romana. E quella tensione guerriera sarà riproposta in questi giorni, fino a domenica 12 giugno, dal Pilsen Opera Ballet nella coreografia e regia di Jiri Pokorny. Quarta città della Repubblica Ceca, Pilsen ospita una compagine di balletto fedele alla tradizione filorussa e particolarmente prolifica in termini di titoli rappresentati nella ex Unione Sovietica. Richard Sevcik e Jarmila Dyckova interpreteranno il pas de deux di Spartakus e Frigia contro il volere del Crasso di Miroslav Hradil.

Lo Spartacus di Leonid Jacobson del 1956 non fu gradito. Ci volle Jurij Grigorovic nel 1968 per renderlo immortale

Spartacus di Jurij Grigorovic
Spartacus di Jurij Grigorovic

Le storie di Spartacus, sorte dal libretto di Nikolaj Volkov e le mirabili musiche di Aram Khachaturian, non ebbero successo nella loro prima rappresentazione sul palcoscenico del Teatro Kirov di Leningrado. Né andarono meglio le faccende di Spartaco e Frigia coreografate nel 1958 al Teatro Bolshoi di Mosca da Igor Moiseev quando la protagonista era la straordinaria Maja Plisetskaja. Dovettero passare altri dieci anni per godere definitivamente dello Spartacus pensato da Nikolaj Volkov e coreografato da Jurij Grigorovic, il migliore direttore russo della danza del Novecento. Vladimir Vasiliev e la moglie Ekaterina Maximova rappresentarono, in bella compagnia con il Crasso di Maris Liepa, furono i protagonisti della migliore distribuzione di sempre, accogliendo il favore del pubblico e della critica per un incredibile numero di anni. Del resto le storie politiche e militari della Roma di Crasso non potevano dispiacere affatto all'Unione Sovietica degli anni Sessanta e Settanta, così impegnata nella Guerra Fredda e nell'annoso problema del consenso interno. La compagnia di balletto del Bolshoi di Mosca esportò il suo vessillo romano in tournèe in giro per il mondo con le due memorabili tappe al Teatro Alla Scala di Milano ed al Teatro dell'Opera di Roma. Fino all'ultima versione significativa sempre griffata dall'ormai quasi novantenne Jurij Grigorovic al Costanzi romano nel 2001, poi riproposta al Teatro dell'Opéra di Parigi per tornare alla sua casa natale moscovita del Teatro Bolshoi.

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