Spalletti in mostra al MADRE in “Un giorno così bianco, così bianco”
Levità, poeticità, tattilità delle opere di Ettore Spalletti sono finalmente giunte al museo MADRE di Napoli, che fino al 18 agosto sviluppa nelle sue sale un racconto lirico e materico fatto di luce e colore.
Forme fluttuanti, lievi e evanescenti; colori che smaterializzano i corpi ed emanano luce; oppure forme pesanti che creano nuove architetture; geometrie alterate che sfidano la percezione. L’arte di Spalletti è tenue, come i colori pastello che lui usa più frequentemente, eppure è potente perché riesce a giocare seriamente con lo spazio e le sensazioni.
Con l’apertura della nuova esposizione al museo napoletano si completa l’evento tripartito con cui tre istituzioni italiane omaggiano uno dei più grandi maestri dell’arte contemporanea mondiale dell’ultimo cinquantennio. Attualmente in Italia sono in corso tre grandi mostre dedicate a Ettore Spalletti (1940): al MAXXI di Roma (fino al 14 settembre), alla GAM di Torino (fino al 15 giugno) ed ora anche al MADRE di Napoli.
Un unico poeticissimo titolo per tutte e tre le mostre: Un giorno così bianco, così bianco; oltre 70 opere e 4 curatori, provenienti dai diversi musei: Anna Mattirolo per il MAXXI, Danilo Eccher per la GAM, Andrea Viliani e Alessandro Rabottini per il MADRE. Così, un perfetto esempio di modello collaborativo fra istituzioni museali italiane presenta la vasta opera del maestro nella più grande e particolare antologica a lui dedicata.
Nelle 17 stanze al terzo piano del MADRE, vissute e studiate dall’artista durante l’allestimento pensato ad hoc per quegli spazi, più di 40 opere, storiche, recenti o inedite, di pittura, di scultura o di carattere ambientale, per una mostra davvero abbagliante.
Materia, colore e luce sono gli elementi cruciali del lavoro di Spalletti. All’interno delle luminose sale del MADRE l’artista offre un approfondimento completo della sua ricerca, a partire dai tanti materiali utilizzati nel corso della carriera: pigmento puro, alabastro, marmo, onice, foglia d’oro, metalli, pietre preziose, carta. Tutti presenti nel percorso espositivo napoletano, essi “configurano la mostra come un viaggio all’interno delle potenzialità estetiche, simboliche ed espressive dei materiali stessi, che l’artista ha da sempre esplorato nella loro purezza”.
Il tutto nel tipico paesaggio di azzurri, rosa, bianchi, grigi chiari, che il maestro realizza così: “Ottengo un impasto mescolando il gesso preparatorio con la colla, e lo stendo […]. Quando la pasta è ancora fresca, ci metto il colore, e il colore viene assorbito, e quindi lo spessore diventa tutto colorato. Però il colore non è reale, viene restituito attraverso la quantità di bianco che ho messo nell’impasto. […] Dopo, quando la pasta è asciutta, ci vado su con la carta abrasiva. […] Mi interessa questo rapporto tattile con la superficie… questo colore che non esiste ma viene fuori attraverso la polvere”.
Quello di Spalletti è un colore tattile, un colore che si tocca, che, schiarito e illuminato col gesso e steso su un supporto senza cornice, invade lo spazio cosicché noi possiamo camminarci dentro: “Il colore, come si sposta, occupa lo spazio e noi entriamo. Non v’è più la cornice che delimitava lo spazio. Togliendola il colore assume lo spazio e invade lo spazio. E quando questa cosa riesce, è miracolosa”.
Nessun criterio cronologico nel percorso espositivo della mostra, specificano i curatori del MADRE. Tutta l’arte di Ettore Spalletti si sottrae alla temporalità, e così anche l’esposizione stessa: l’allestimento non segue una linearità ma accosta le opere in un dialogo di sensi, forme e colori. L’idea del tempo è abolita dall’artista che crede invece nell’arte come esperienza percettiva, quindi presente, dei materiali e delle forme. “Mi piace pensare che la mia opera conservi l’interezza del momento in cui l’ho realizzata. Vorrei che rimanesse nuova, incontaminata dal gusto del tempo”, afferma il maestro che in effetti è creatore di un’arte sospesa, senza tempo, silenziosa, anzi, che sussurra.
Al MADRE la voce fuori campo dell’artista accompagna lo spettatore in un viaggio tra i ricordi di bambino in Abruzzo e le riflessioni sul mondo di oggi, sulla pittura, sul colore: è Ettore Spalletti (2008), il film di Pappi Corsicato che sarà proiettato nella sala polivalente del museo fino al 21 aprile.
Immagine principale: Ettore Spalletti, foto di Azzurra Ricci