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Sono nata il ventuno a primavera di Alda Merini: il significato della poesia che celebra la sua nascita

Il significato della poesia di Alda Merini “Sono nata il ventuno a primavera” che celebra la nascita della poetessa, il 21 marzo, con l’ingresso della nuova stagione nonché Giornata mondiale della poesia.
A cura di Redazione Cultura
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Alda Merini (LaPresse)
Alda Merini (LaPresse)

Il 21 marzo, ovvero l'ingresso della primavera coincide anche con la nascita di una delle poetesse più importanti che l'Italia abbia avuto, ovvero Alda Merini che nacque nel 1931, oltre che con la giornata mondiale della Poesia. Diventata negli anni una vera e propria icona, anche per la sua vita non semplice, Merini ha inciso in una poesia la coincidenza tra l'ingresso della primavera e la propria nascita, una poesia che è diventata di culto, citata spesso, ripresa, studiata, analizzata, nonostante sia di pochi versi è stata capace di entrare nell'immaginario delle persone, anche perché fa chiaramente riferimento alla follia. La poetessa, infatti, è stata anche internata nel 1947 per un mese a villa Turro, un periodo che l'avrebbe segnata e che avrebbe consegnato al pubblico anche in questa poesia

Il testo della poesia che celebra il compleanno della poetessa

Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera.

Il significato di Sono nata il 21 a primavera di Alda Merini

La poesia è inclusa nella raccolta del 1991 Vuoto d'amore, curata dalla filologa e critica letteraria, nonché amica di Merini, Maria Corti e Einaudi sceglie di metterla come copertina, grazie alla sua valenza letteraria e simbolica. Merini non cita mai il mese di marzo ma è implicita nel primo dei due endacasillabi con cui parte la poesia che prosegue, poi in versi liberi. Il secondo endecasillabo è quello in cui si fa riferimento alla follia unendola alla metafora dell'apertura delle zolle – riferimento alla primavera, appunto, e all'aratura – e della tempesta.

Il quinto verso introduce Proserpina, altro riferimento alla Natura, come scrive Treccani riassumendone il mito: "Proserpina (o Persefone per i Greci) viene rapita da Ade (Plutone) e in seguito restituita a Demetra (Cerere), la Madre Terra. Essa simboleggia il mistero della vita e della natura che rifiorisce dopo la stagione invernale nel rigoglio della primavera e dell’estate". A proserpina vengono associato un aggettivo come lieve, mentre i frumenti sono "gentili", quasi in contrasto col pianto della sera. Di questa poesia Milva ne ha fatta anche una canzone contenuta nella raccolta Milva canta Merini.

La giornata mondiale della poesia e il compleanno di Alda Merini

Il 21 marzo, però, è anche la giornata mondiale della poesia, istituita dall’UNESCO nel 1999 al fine di celebrare "una delle forme di espressione e identità culturale e linguistica più apprezzate dall’umanità" come si legge nella motivazione dell'istituzione di questa giornata speciale: "Praticata nel corso della storia – in ogni cultura e in ogni continente – la poesia parla alla nostra comune umanità e ai nostri valori condivisi, trasformando la più semplice delle poesie in un potente catalizzatore di dialogo e pace". Questa data fu adottata durante la sua 30a Conferenza generale a Parigi nel 1999, con l’obiettivo di sostenere la diversità linguistica attraverso l’espressione poetica e aumentare l’opportunità per le lingue in via di estinzione di essere ascoltate. Il 21 marzo del 31, invece, nacque Merini a Milano, in viale Papiniano n°57: figlia di Nemo Merini e Emilia Painelli, la poetessa fu secondogenita di tre figli, gli altri erano Anna e Enzo.

Nella presentazione di Vuoti d'amore, è Maria Corti a raccontare i primi passi di Merini nella poesia:

Sui quindici anni scrisse le prime poesie ed ebbe il primo incontro con la letteratura: Silvana Rovelli, cugina di Ada Negri, passò qualche poesia ad Angelo Romanò, che a sua volta le passò a Giacinto Spagnoletti, giustamente considerato il vero scopritore della Merini. Quest’ultimo abitava allora in via del Torchio dove la giovanissima poetessa, snella e dagli occhi lucidi, frequentò nel 1947 Giorgio Manganelli, Luciano Erba, Davide Turoldo e altri fra cui me stessa.

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