Sono 3 mila le lingue in estinzione: in pericolo anche i dialetti italiani
Sarebbero oltre 7 mila le lingue parlate oggi nel mondo. Una varietà immensa, fatta di dialetti e idiomi in continuo mutamento: una varietà non solo linguistica ma anche culturale che però, secondo gli esperti, è in grave pericolo. È l'Alliance for Linguistic Diversity a dare l'allarme: più di un terzo delle lingue parlate nel mondo sta scomparendo. Un fenomeno complesso, che riguarderebbe soprattutto le aree del Pacifico e alcune zone dell'Africa. Ma anche l'Italia.
Kuruaya, Laimòn, Dhungaloo, Siuslaw e Malyangapa sono solo alcune delle lingue che oggi, ufficialmente, non esistono più. Il Thai Song, il Korana o l'Ingalik stanno invece lentamente ma inesorabilmente scomparendo. Con meno di mille parlanti rimasti, molte lingue e dialetti del mondo rischiano di scomparire per sempre, e con loro, la memoria culturale che rappresentano.
Una stima quanto mai flessibile, difficile da definire con certezza a causa dell'estrema dinamicità dei dati, dovuta ai costanti flussi migratori e all'assenza, in molti casi, di documentazioni scritte. Ma l'Alliance for Linguistic Diversity ha elaborato una mappa che evidenzia lo stato attuale delle cose: ad oggi la varietà linguistica si è drasticamente ridotta, e con essa anche quella culturale. “The Endangered Languages Project”, questo il nome della ricerca, ci permette di fare un vero e proprio “viaggio” attraverso le lingue a rischio (contrassegnate in rosso), quelle ufficialmente scomparse (in nero) e quelle la cui attività non è al momento conosciuta (in grigio).
Dalla Russia alla Francia: le lingue a rischio
Sarebbero le lingue del Pacifico, che rappresentano il 18,5% delle lingue del mondo, quelle più a rischio. Ma esistono tanti altri dialetti, alcuni parlati da meno di 20 persone in tutto il mondo come l'Itelmen, appartenente ad un gruppo etnico stanziato nella penisola della Kamčatka, in Russia, o il Penrhyn, una lingua individuata nell'arcipelago delle Isole Cook e conosciuta ormai da meno di 500 persone.
Ma anche l'Europa starebbe gradualmente assistendo alla scomparsa di molti dei suoi dialetti: la Piccarda, parlata nel nord della Francia e nell'ovest del Belgio francofono, l'Istriota, parlata da soltanto mille persone nell'Istria meridionale, e l'Obersorbisch, una lingua slava presente nell'est della Germania, sarebbero entrate nella lista delle lingue in pericolo.
La situazione italiana
Ma anche l'Italia sta subendo il drastico impoverimento dei parlanti: l'Alliance ha individuato undici dialetti, diffusi in tutta Italia, dal Nord alle isole, considerati fortemente a rischio. Dialetti come il Piemontese, il Romagnolo e il Friulano, parlati da poco più di 300 mila persone, rischiano di scomparire.
Così come l'Arbëreshë, il dialetto italo-albanese parlato in molte zone del Sud d'Italia, dall'Abruzzo alla Sicilia. Diffusa soprattutto in Campania, nella provincia di Avellino, e ancor di più in Calabria, da Catanzaro a Cosenza, questa lingua conta oggi meno di 100 mila parlanti, pur essendo un idioma carico di storia e tradizioni: rappresenta infatti una commistione unica di italiano, dialetti meridionali, albanese e greco, che nei secoli ha tramandato oralmente il patrimonio linguistico, culturale e soprattutto religioso.
La regione che di più sembra dover fare i conti con questo fenomeno, è la Sardegna: dialetti come il Gallurese, il Sassarese e il Campidanese contano oggi poco meno di 500 mila parlanti, e sono profondamente a rischio. Lingue affascinanti, risultato di contaminazioni culturali lunghe secoli: come l'Algherese, una particolare variante del catalano risalente addirittura al XIV secolo. Considerata inizialmente la lingua degli schiavi, l'Algherese divenne nei secoli una lingua prestigiosa, utilizzata dal clero e dalla nobiltà fino al XVII secolo. Oggi, è parlata da meno di 30 mila persone.