video suggerito
video suggerito

Sochi 2014: 200 scrittori dal Mondo contro le leggi-censura in Russia

Aumenta il dissenso internazionale, in occasione delle Olimpiadi invernali a Sochi, per le leggi che censurano la libertà di espressione nella Russia di Putin: leggi che criminalizzano la diffusione della “propaganda omosessuale” e la blasfemia. Arriva anche, fra le altre, la voce di duecento grandi scrittori sul Guardian.
A cura di Luca Marangolo
62 CONDIVISIONI
Immagine

Il pregiudizio è un concetto sfuggente. Avere dei pregiudizi, a volte, può significare cose molto diverse e, soprattutto, è difficile capire, realizzare di fronte a se stessi di vivere nel pregiudizio. Eppure nel nome del pregiudizio si costituiscono intere comunità e istituzioni: le relazioni personali si consolidano e i rapporti di forza fra gli individui si determinano nel nome del pregiudizio. Questo perché il pregiudizio è qualcosa di strisciante che è annidato nel nostro modo di parlare, nelle consuetudini, nei gesti, nelle locuzioni.

alcuni dei firmatari dell'appello del Guardian; Salman Rushdie
alcuni dei firmatari dell'appello del Guardian; Salman Rushdie

Quando facciamo discorsi astratti sui diritti, sul modo di relazionarci con gli altri, su principi che regolano la vita “democratica” dobbiamo considerare che nel combattere il pregiudizio siamo di fronte ad un Habitus, nel senso che ne dà Bourdieu: una premessa inconscia che permette di entrare in relazione con un gruppo più o meno ristretto di persone, una regola non scritta, una premessa, magari buttata lì, incapsulata in una parola o in una risata, data per scontata nel modo, nella forma, nel significato delle parole con cui ci esprimiamo e nella soglia di valore che diamo a una cosa invece che ad un’altra.

“Il sesso gay non è un crimine in Russia, quindi i gay possono sentirsi al sicuro, stare calmi ma, per favore, i gay lascino in pace i nostri bambini”. Questa frase, pronunciata da Vladimir Putin qualche giorno fa, è un chiaro esempio di questo fenomeno: il fatto che il pregiudizio vive con le nostre parole, è quasi un vociare  dal senso imprecisato, che però traccia i contorni di un confine fra un gruppo di persone ed un altro. Dire che i gay non sono discriminati e poi che devono “lasciare in pace i bambini” è, in tutta evidenza, espressione del controsenso discriminatorio incarnato dal pregiudizio.

Orhan Pamuk, premio Nobel autore di Istambul
Orhan Pamuk, premio Nobel autore di Istambul

È un’insinuazione, l’insinuazione che la divulgazione di una cultura sessuale significhi in sé qualcosa d’altro. Ed questo ciò che crea discriminazione, e che genera la restrizione, progressiva, della libertà; in questo caso, è in gioco sia la libertà  degli omosessuali, la cui persona giuridica viene ignorata nella sua complessità, sia, come è stato scritto, dei bambini, che hanno diritto a conoscere, in base alle direttive dell’Onu sull’argomento, la complessità delle manifestazioni umane nell'ambito della sessualità. Con l’approvazione delle leggi contro la libertà di espressione, si ha una chiara manifestazione, però, di come il potere prolifera grazie pregiudizio e se ne nutre, sfruttando ogni mezzo a sua disposizione per plasmare l’opinione pubblica e ridefinire i contorni, in questo caso della Russia, per governare e, soprattutto, per preservarsi.

Puntin, infatti, non ha, come purtroppo fanno molti, pronunciato quella frase con ingenuità politica, e si può dire che non c’è ombra di ingenuità politica nel sua agire: ha parlato con la consapevolezza di stare tracciando un confine, e che tracciare questo confine conferirà al sistema politico che ha messo in piedi più solidità, sfruttando, come si diceva, il pregiudizio, diffuso in parte anche nella cultura del suo paese, per creare confini, ridefinire i rapporti sociali, assecondando una cultura particolare invece di un'altra, la qual cosa  senza dubbio lo renderà più forte.

Gunter Grass; Premio Nobel autore de "il tamburo di latta".
Gunter Grass; Premio Nobel autore de "il tamburo di latta".

Nel suo doversi destreggiare tra l’essere a capo di una Russia tradizionalista politicamente uniforme a livello rappresentativo e al contempo proporsi come un leader influente su scala mondiale, Putin sa che rimane fondamentale tenere distinti i confini, subordinando la pluralità delle voci alla immagine di una Russia forte che (va da sé, è scontato) pensa che sì, la libertà sessuale è garantita, quasi come se fosse questo l’unico fattore che definisce la libertà delle persone omosessuali. Con l’evento mediatico delle Olimpiadi invernali di Sochi di quest’anno, leggi discriminatorie varate dalla Duma ormai da diciotto mesi sono tornate alla luce del dibattito internazionale.

Per fortuna, al già noto appello di oltre cento sportivi di qualche giorno fa, si è unito quello di circa 200 firme prestigiose della letteratura come Salman Rushdie, Orhan Pamuk, Jonathan Franzen, Gunter Grass,Wole Soyinka, Elfriede Jelinek, lyudmila Ulitskaya, Ian McEwan, per citare solo alcuni nomi, che hanno espresso sul quotidiano The Guardian la loro posizione contro le leggi che censurano la libertà di espressione in Russia.

"Una sana democrazia deve ascoltare le voci indipendenti di tutti suoi cittadini", è possibile leggere in questa lettera, "la comunità globale ha bisogno di sentire, ed essere arricchita, dalla diversità delle opinioni russe". La cosa seguita da un appello perché il governo russo "ritiri queste leggi che strangolano la libertà di espressione e si impegni a creare un ambiente in cui tutti i cittadini possano sperimentare il beneficio del libero scambio di opinione".

Questo dissenso, così importante perché chiama col suo nome la discriminazione, non è noto sapere quanto potrà agire contro il sistema chiuso che sembra essere la politica russa attorno alla figura di Vladimir Putin. Essa è espressione più evidente che non c’è niente di anacronistico, oggi, nella manipolazione dell’opinione pubblica, delle relazioni fra gli stati nazionali nonché fra i diversi soggetti giuridici e che, in oltre, dal punto di vista del potere non c’è nulla, neanche oggi, di scontato, in quelle che dovrebbero essere le conquiste della vita democratica.

62 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views