SLF: “Troppi ragazzi morti a Napoli, Na vita annanz è una canzone per sensibilizzare i giovani”

We The Squad vol.2 è il secondo progetto del collettivo campano formato da MV Killa, Lele Blade, Vale Lambo e Yung Snapp. Non manca la collaborazione di Geolier, ma soprattutto il primo concerto: il prossimo 17 aprile al PalaPartenope.
A cura di Vincenzo Nasto
133 CONDIVISIONI
Gli SLF a Fanpage (ph Francesco Galgano)
Gli SLF a Fanpage (ph Francesco Galgano)

Il ritorno del mixtape degli SLF, il collettivo campano formato da MV Killa, Lele Blade, Vale Lambo e Yung Snapp arriva a due anni dal primo capitolo e vede la collaborazione con tre leggende del rap italiano, come Guè, Geolier e Tormento, ma anche la partecipazione di una giovane promessa messasi in mostra negli ultimi 12 mesi: Frezza. We The Squad vol.2 raccoglie nel suo racconto anche il brano Na Vita Annanz, una canzone arrivata dopo "una scia di ragazzi che avevano perso la vita" a Napoli, tra cui Santo Romano, giustiziato con un'arma da fuoco a soli 19 anni. Tra i successi del gruppo le nuove Pezzi da Novanta, Mea Crr (con Geolieri), Sarò con te o classici del genere come Cadillac e Travesuras. Qui l'intervista alla SLF.

Com'è stato ritrovarvi come collettivo dopo gli album solisti? E com'è stato registrare in Toscana?

Vale Lambo: Ritrovarci è stato bello, dopo il successo del primo disco volevamo confermare questo risultato. C'è stata anche una ricerca maggiore per i suoni del disco, infatti, oltre a Yung Snapp, ci sono Dele, Beatz e Sewsi che sono dei produttori che lavorano con noi. Ci siamo divertiti tantissimo.

E invece qual è il criterio con cui avete gestito la scelta dei brani da inserire nell'album?

Vale Lambo: Diciamo che ci siamo gestiti bene. Non è stato facilissimo perché abbiamo teste e idee diverse: però quando ci vediamo in studio, la chimica c'è sempre e riusciamo a trovare dei punti in comune, una soluzione.

Marcello (Mv Killa) canta “Mi vogliono a Rete 4 ma non faccio politica”: credete che la televisione italiana sia pronta ad aprirsi alla musica rap, non solo come sottofondo musicale, ma anche ai suoi personaggi?

Mv Killa: È un discorso un po' delicato, la televisione italiana sembra sia pronta perché se ne parla tanto, però non vedo mai un'apertura positiva nei confronti del genere. Capire veramente gli elementi, capirne la cultura. Sembra sempre che ci siano trasmissioni dove si vogliono dare opinioni e strumentalizzare il nostro genere per arrivare a un obiettivo mediatico più utile. Quindi si parla sempre in modo generale, senza mai approfondire e far capire alle persone.

Com’è stato scrivere un brano come Na vita annanz?

Mv Killa: Ci trovavamo in Toscana, era novembre. Dopo una scia di ragazzi che avevano perso la vita, arrivò il culmine con la morte di Santo. A volte quando metti un piede fuori dalla tua città, paradossalmente, senti ancora di più quel sentimento. In quel momento c'è stato un attimo di shock e ci siamo detti che avremmo dovuto fare qualcosa, anche perché rappresentiamo la voce dei ragazzi. Era arrivato il momento di prendere parte, di lanciare un messaggio e sensibilizzare i giovani, le persone e le famiglia in questa tematico molto complicata.

Come è strutturato il brano? Come l'avete costruito, anche a livello testuale?

Lele Blade: È stata una cosa non facile da strutturare, dovevamo fare molta attenzione al modo in cui dire determinate cose. Nel ritornello, io e Yung Snapp abbiamo deciso di esprimere i due lati: io interpreto la parte del ragazzo che ha preso una strada sbagliata e lui quello del ragazzo che ha preso quella giusta, ma è rimasto comunque vittima di questa situazione. Volevamo strutturarlo così per mettere davanti agli occhi delle persone le due realtà.

E invece come si costruisce un disco così aperto a livello sonoro, che tipo di ascolti si fanno?

Yung Snapp: Credo sia semplice per noi perché ascoltiamo tanta musica e ci piace spaziare tra tanti generi, soprattutto quando parliamo di un mixtape. Facciamo pezzi dei '90, ma anche super club.

E quanto avete tagliato in quest'album?

Yung Snapp: Una decina di idee le abbiamo tolte, poi abbiamo anche cambiato le strofe, ma tutto molto tranquillamente, senza ansia.

Chi ha l'ultima parola sui brani?

Yung Snapp: Abbiamo tutti la parola finale, ma sono io che mando a fare i mix.

È un bel momento per riascoltare Sarò con te: che rapporto avete con il Napoli e con i suoi calciatori?

Vale Lambo: Viviamo quotidianamente la situazione calcistica, abbiamo un buon rapporto. L'abbiamo messa anche anche durante il release party, facendola partire dopo il countdown.

E invece, cosa ci dobbiamo aspettare dal concerto del 17 aprile al PalaPartenope, nella vostra Napoli?

Mv Killa: Ci stiamo lavorando ma la nostra priorità è quella di portare uno show diverso, che possa rispecchiare il concetto di mixtape, quindi una festa, un party.

Lele Blade: È il momento che aspettiamo da un bel po' di tempo, non vediamo l'ora di poterci esprimere al meglio, quindi ci prepareremo tanto. Speriamo di vedere tutti i fan che continuavano a chiederci tutti i giorni quando avremmo fatto un concerto. Questo è il momento giusto per farlo.

Tra gli ospiti dello spettacolo ci potrebbe essere anche una delle collaborazioni di quest'album, Geolier?

Lele Blade: Ma io credo che sia quasi sicura la sua partecipazione. Al di là del piacere che abbiamo di esibirci in particolare con lui.

Com'è stato collaborare assieme? In fondo è parte integrante della vostra squadra, no?

Lele Blade: Noi lo riteniamo un membro della nostra squadra, sì e lui si ritiene un membro della squadra. È solo una cosa burocratica che non ne faccia parte. Effettivamente siamo in studio tutti i giorni, collaboriamo quando vogliamo, saltiamo sui pezzi insieme, poi lui sostiene molto l'idea della squadra, della fam.

Si avvicina Sanremo, ma mi interessa chiedervi se in Italia manca un gala, uno show che premi gli artisti del rap italiano?

Yung Snapp: Non ci sono awards, in Italia non esistono. Per esempio in America ci sono i Grammy, ma anche i Bet Awards, che è una festa solo per l'hip hop. Qui ci sono i Tim Music Awards, ma sono un po' diversi, credo funzionino in base alle certificazioni.

Mentre nelle classifiche, il rap domina…

Yung Snapp: Su Spotify, la musica hip hop è altissima e se restiamo solo in Italia, comunque la ascoltano tantissime persone. Quindi non vedo perché non fare una cosa del genere, visto che comunque sicuramente va forte.

A proposito di numeri, sentite un po' la pressione di essere così tanto ascoltati e un punto di riferimento?

Yung Snapp: Zero. Noi siamo rinchiusi nello studio o a casa o tra le 1000 cose che facciamo. Io sto sempre incappucciato o passamontagna, poi ti fermano le "guardie" che ti chiedono cosa stai facendo.

Lele Blade: Io invece sono uno di quelli che cerca si vivere la vita che ha sempre vissuto. Quindi se vado al centro commerciale non m'interessa. Però adotto un metodo: mi butto in mezzo alla gente e nella maggior parte dei casi la gente pensa che non sia tu. Però se ti becca il primo, poi è finita.

Yung Snapp: Però per Lele è più facile, perché ha il cappello. Invece con i capelli rossi a Napoli sono l'unico, o al massimo siamo in tre, mi acchiappano subito.

133 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views