Si festeggia William Shakespeare attraverso le coreografie di tutti i tempi
Di ogni titolo di balletto classico e moderno si usa ricordare la data ed il luogo della prima rappresentazione, il coreografo, il librettista ed il compositore, oltre che l'autore di scene, luci e costumi. Quando il titolo di balletto ha un chiaro riferimento ad un'opera letteraria si riporta la dicitura "tratto da", quasi a tutelarne la paternità artistica e culturale più che a salvaguardarne i diritti d'autore. Questa consuetudine vale tanto per gli autori più o meno sconosciuti, tanto per i grandi della storia della letteratura come William Shakespeare, fonte d'ispirazione di una moltitudine di coreografi di tutti i tempi sparsi qua e là per tutto il mondo. Quest'anno si celebreranno ovunque i quattrocento anni della scomparsa di William Shakespeare, con il titolo coreografico per eccellenza Romeo e Giulietta finanche con la ripresa di Mikhail Lavrosky al Teatro di San Carlo di Napoli il prossimo giugno, con un ritorno alle origini di una delle migliori firme del titolo musicato da Serge Prokofiev.
Il drammaturgo e poeta inglese ha ispirato memorabili pagine di balletto tra cui il Romeo e Giulietta
In mero ordine alfabetico ricordiamo solo alcuni tra i titoli più importanti del repertorio messo in scena in tutti i teatri e dalle maggiori compagnie del mondo. A cominciare dalla parigina La Bisbetica domata di Maurice Bejart sulle musiche di Domenico Scarlatti nel 1954, ripresa successivamente da John Cranko a Stoccarda nel 1969 e Louis Falco nel 1980. Del Romeo e Giulietta abbiamo già accennato della prossima rappresentazione al Teatro di San Carlo di Napoli, tuttavia restano impressi nella memoria i successi del passato, a cominciare dalla versione veneziana settecentesca di Eusebio Luzzi ed ottocentesca di Vincenzo Galeotti sulle musiche di Claus Schall. La versione di Bronislava Nijinska del 1926 è la prima testimonianza coreutica di rilievo del Romeo e Giulietta più vicino alla nostra cultura di danza, seppur nel pieno dell'epoca rivoluzionaria di Serge Diaghilev. Tuttavia a Monte Carlo, con le musiche di Constant Lambert, quel Romeo e Giulietta ha dato il là ad un'altra serie di nuove rappresentazioni del soggetto più noto di William Shakespeare. Fino alla prima rappresentazione musicata da Serge Prokofiev nel 1938 a Brno, con le coreografie di Ivo Vana Psota, apripista di una nuova pagina della storia del balletto con l'apporto di uno dei più grandi compositori del secolo al servizio del Romeo e Giulietta più celebre e rappresentato. Proprio quel Serge Prokofiev che oggi festeggiamo nel suo centoventicinquesimo anniversario della sua nascita in quel di Sonzowska.
Serge Prokofiev nacque a Sonzowska il 23 aprile 1891 e musicò il Romeo e Giulietta di William Shakespeare a Brno il 30 dicembre 1938
Se l'Ottocento musicale di balletto è stato ricordato su tutti dal genio di Piotr Ilich Ciaikovskij, il Novecento gode della doppia paternità dei compositori Igor Stravinsky e Serge Prokofiev. Di diversa provenienza, diversi stili e risultati conseguiti, i due compositori hanno scritto la maggior parte delle pagine del repertorio di balletto della prima metà del Novecento. Serge Prokofiev nacque nella russa Sonzowska proprio il 23 aprile 1891 e da subito ha musicato balletti nella cerchia dell'impresario Serge Diaghilev, proprio come Igor Stravinsky e Bronislava Nijinska, coreografa del Romeo e Giulietta diaghileviano del 1926. Il compositore di Sonzowska ha così composto le musiche per i Ballets Russes in Ala e Lolly del 1914, Chout dell'anno successivo, Le Pas d'acier di Leonide Massine del 1927 e soprattutto ne Il figliuol prodigo nelle coreografie di George Balanchine del 1929, anno della scomparsa del manager Serge Diaghilev e della contestuale fine dei Ballets Russes. Da lì la collaborazione con Serge Lifar ed il Teatro dell'Opéra di Parigi per la rappresentazione di Sur le Borsythene nel 1932, giusto qualche anno prima delle due opere maggiori Romeo e Giulietta e Cenerentola. La prima del 1938 a Brno con le coreografie di Ivo Vana Psota, ripresa poi due anni più tardi da Leonid Lavrosky all'allora Teatro Kirov di Leningrado. La seconda, la Cenerentola di Rotislav Zakharov del 1945, è invece stata rappresentata per la prima volta al Teatro Bolshoi di Mosca, portando ancor più il nome di Serge Prokofiev sul piedistallo d'Europa. Da segnalare l'esperienza newyorkese de Il pierino e il lupo del 1940 con le coreografie del connazionale Adolph Bolm, portata in bella mostra in tutto il mondo in quegli anni e successivamente. Dopo la morte del compositore a Mosca del 1953, si ricordano le musiche nelle celebri coreografie Il Fiore di Pietra, ancora di Leonid Lavrosky al Teatro Bolshoi di Mosca del 1954, Notti egiziane di Ugo dell'Ara per il Teatro Alla Scala di Milano del 1971, Triad di Kenneth MacMillan per il Royal Ballet nel 1972 ed Ivan il terribile per il Teatro Bolshoi di Mosca, di cui alcuni estratti furono usati per le riprese cinematografiche del film omonimo.
I libretti di William Shakespeare prima e dopo il Romeo e Giulietta
Il Romeo e Giulietta griffato da Serge Prokofiev è solo un antipasto della mole di rivisitazioni e manipolazioni del testo, sia librettistico e coreografico, sia musicale. A cominciare dalle musiche parigine di Piotr Ilich Ciaikovsky del 1926, passando per lo spartito dell'inglese Frederick Delius per la coreografia di Antony Tudor rappresentata a New York nel 1943, o per chiudere con le musiche del francese Hector Berlioz riprese dal coreografo George Skibine a Parigi nel 1955. Senza dimenticare il Sogno di una notte di mezza estate, riprodotto in coreografia dal più illustre nome dell'Ottocento quale Marius Petipa, con le altrettanto celebri musiche del tedesco Felix Mendelssohn. Coreografia rivista in seguito con successo mondiale dai vari George Balanchine, Frederick Ashton e John Neumeier. Le origini coreutiche di Amleto risalgono all'edizione veneziana del 1788 ad opera del librettista e compositore Francesco Clerico, riviste a Parigi dal compositore Wenzel Robert Gallenberg nel 1816 e dalla fedele shakespeariana Bronislava Nijinska nel 1934 con le musiche di Franz Listz. Nel Novecento si ricordano anche le versioni salienti di Robert Helpman nel 1946 con le musiche di Piotr Ilich Ciaikovsky, Nicolas Sergeev del 1970 per il Teatro Kirov di Leningrado e John Neumeier per l'American Ballet Theatre nel 1976. L'Otello più famoso pare sia quello musicato da Federico Bonetti Amendola con la coreografia di Fabrizio Monteverde nella prima rappresentazione di Jesi del 1994. Ben più datata è invece la prima rappresentazione londinese del Macbeth di Charles Le Picq nel lontano 1785, sulle musiche secentesche di Matthew Locke. Stesso titolo ripreso poi nel 1969 da Mario Pistoni in una versione scaligera musicata da Cesare Pugni. Abbiamo già scritto delle Notti egiziane di Ugo dell'Ara e Serge Prokofiev nell'ambito dell'opera Antonio e Cleopatra, tuttavia la prima rappresentazione è ben più datata se si pensa alla fine del Settecento a firma del riformatore di tutto il balletto moderno quale Jean-Georges Noverre. Infine La tempesta di Jean Coralli, sulle musiche di Jean Schneitzhoeffer nella prima rappresentazione parigina del 1834, ripresa a Londra soli quattro anni dopo da Filippo Taglioni. La tempesta ha trovato altri due straordinari mentori nel Novecento con Wes Howard a Londra nel 1964 e Glen Tetley nel 1979. Numeri e nomi a cornice del genio di William Shakespeare, fonte d'inesauribile ispirazione coreutica.