Shakira contro il fisco spagnolo: “Sono stata vittima di sessismo, ho pagato più di quanto dovessi”
Il 20 novembre scorso, Shakira raggiungeva un'accordo con il fisco spagnolo che l'accusava di una presunta frode fiscale tra il 2012 e il 2014 per una cifra intorno ai 14,5 milioni di euro. Dopo la richiesta di otto anni e due mesi di reclusione, oltre a una multa di quasi 24 milioni di euro, la donna firmava un accordo con il fisco spagnolo, per cui non sono state rivelate le cifre. A quasi un anno di distanza, in una lettera affidata al quotidiano spagnolo El Mundo, Shakira ha voluto raccontare la sua versione della storia. Un racconto senza contraddittorio in cui la cantante colombiana affronta tutti i nodi che l'hanno portata a esser segnalata all'agenzia tributaria spagnola. Nello stesso momento, venivano fuori le cause del divorzio della donna dall'ex calciatore della nazionale spagnola e del Barcellona Gerard Piqué. E proprio sul loro matrimonio, Shakira sembra costruire parte della sua difesa pubblica.
Shakira: "Esiste un machismo struttuale nella burocrazia"
La lettera, infatti, comincia specificando che il contrasto maggiore avuto dalla donna nei confronti dell'Agenzia delle entrate, fosse legato al suo matrimonio con Piqué: "Nel 2011 volevo che crescesse il mio rapporto con Gerard Piqué, che in quel periodo era legato alla Spagna per motivi di lavoro, ma il viaggio in Spagna mi ha generato non poche complicazioni, perché mi costringeva ad allontanarmi dal mio lavoro. Ogni volta che tornavo, lo facevo per il nostro rapporto, non perché volessi restare nel Paese". Shakira invoca un pregiudizio sessista nei suoi confronti, affermando che non avrebbe dovuto incorrere in determinate condizioni fiscali, se lei fosse stato solo un "cantante americano innamorato di una donna spagnola": "Esiste un machismo strutturale che dà per scontato che solo la donna possa seguire l'uomo, anche quando non le conviene. Un machismo che sopravvive in settori della burocrazia statale in una società che, fortunatamente, la pensa già in modo molto diverso".
La cantante: "Ho pagato più di quanto avrei dovuto"
Shakira, nella lettera, denuncia apertamente l'atteggiamento dell'agenzia fiscale spagnola, sottolineando come avrebbero incassato molto più di quanto necessario per la legge, minacciando anche la sua famiglia: "Ma l'Agenzia delle Entrate non cerca di punire chi non si adegua, bensì di mostrare trofei di caccia per ricostruire una credibilità in questione. E come si ottiene ciò? Spaventando le persone, minacciando il carcere, compromettendo la tranquillità dei nostri figli e mettendoci sotto pressione per rompere. Volevano far credere all’opinione pubblica che non pagavo le tasse, quando la verità è che pagavo molto di più di quanto avrei dovuto. Ho tenuto 120 concerti in 90 città diverse. Come può perdere soldi una persona che fa 120 concerti? Sembra strano, lo so, ma oggi il mio patrimonio è costituito da quello che guadagnavo prima di arrivare in Spagna e da quello che ho guadagnato dopo averla lasciata. Tutto quello che ho guadagnato in quegli anni è andato allo Stato spagnolo".
Il motivo della lettera: "Voglio lasciare ai miei figli l'eredità di una donna che ha spiegato le sue ragioni"
Entrando nelle questioni tecniche delle accuse dell'agenzia fiscale spagnola, Shakira denuncia di non esser stata cittadina spagnola residente nei 10 anni precedenti al 2015, sottolineando come nel 2011 avesse trascorso solo 73 giorni in Spagna "quando il minimo stabilito dalla legge per essere residente fiscale è di 183 giorni". La cantante colombiana accusa quindi lo stato spagnolo di averla trattata da residente sul territorio, solo per la relazione, il matrimonio, con l'ex calciatore Gerard Piqué. La donna, nelle fasi conclusive del suo racconto, afferma di aver parlato solo adesso per proteggere i suoi figli e la sua eredità "morale" nei loro confronti: "Voglio lasciare ai miei figli l'eredità di una donna che ha spiegato le sue ragioni con calma e a suo tempo, quando lo ha ritenuto necessario, non quando era costretta a farlo. Ho bisogno che sappiano che ho preso le decisioni che ho preso per proteggerli, per essere al loro fianco e andare avanti con la mia vita". La lettera chiosa con l'ennesimo attacco all'agenzia spagnola: "Ebbene, in questo piccolo articolo c'è più verità su di me che in tutto quello che è stato pubblicato nel 2023. I funzionari dell'Agenzia delle Entrate che mi hanno giudicato forse non saranno molto contenti di leggerlo ma, francamente, mi interessa ben poco. Non l'ho scritto per loro".