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Shakespeare tradotto da Ungaretti, l’emozione dell’inedito in mostra alla Sapienza

Continuano le celebrazioni per il quadricentenario dalla morte del grande drammaturgo inglese: per la prima volta in mostra alla Sapienza di Roma i Sonetti di Shakespeare tradotti dal poeta Ungaretti che nella primavera del 1941 scriveva così al critico Enrico Falqui: “Lavoro molto. Sto anche traducendo i Sonetti di Shakespeare: è stato per rimettermi all’arte dei versi, e m’accorgo che la mia mano non ha perduto nulla della sua antica perizia. Ne risulta una cosa di rara forza. E quante incomprensioni negli antichi traduttori! Vedrai quando sarà l’ora”.
A cura di Silvia Buffo
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Ritratto di William Shakespeare
Ritratto di William Shakespeare

In mostra per la prima volta e inaugurata oggi fra la Biblioteca Alessandrina e l'Aula Magna a La Sapienza di Roma. Le tre università pubbliche di Roma – il primo ateneo, Tor Vergata e Roma Tre – hanno dato luogo alla manifestazione "Shakespeare 2016. Memoria di Roma", inaugurata oggi e fruibile fino al 20 aprile: mostre, spettacoli, concerti e proiezioni cinematografiche per celebrare la presenza di Roma nell'opera shakespeariana. Dall'archivio del Novecento della Sapienza, diretto da Francesca Bernardini Napoletano, e dall'Archivio di Enrico Falqui sono stati attinti i documenti che testimoniano l'interesse di Ungaretti per Shakespeare.

Anche se il drammaturgo non conobbe mai Roma, la città eterna compare nelle scene delle sue opere come immagine vivida sulla scia della Roma antica, il cui valore di universalità è l'essenza sottile della sua drammaturgia. Ecco le parole di Giuseppe Ungaretti che nel 1941 scriveva in una lettera al critico Enrico Falqui:

Lavoro molto. Sto anche traducendo i Sonetti di Shakespeare: è stato per rimettermi all'arte dei versi, e m'accorgo che la mia mano non ha perduto nulla della sua antica perizia. Ne risulta una cosa di rara forza. E quante incomprensioni negli antichi traduttori! Vedrai quando sarà l'ora.

Qui Ungaretti sta raccontandogli del progetto di traduzione nato già nel 1931. Ciò è confermato anche dalla Nota introduttiva a XXII Sonetti di Shakespeare, pubblicati a Roma dall'Editore Libraio Documento nel 1944. Si tratta di una lettera inedita esposta, insieme alle traduzioni autografe di Ungaretti dei 40 Sonetti, corredate da bozze su cui è possibile osservare le note autografe.

Il programma della manifestazione è davvero fitto: il convegno internazionale si inaugurerà in Campidoglio il 13 aprile con la relazione di Stephen Greenblatt della Harvard University e si concluderà il 16 con una tavola rotonda sulle forme della messa in scena del Giulio Cesare, a cui parteciperanno protagonisti del teatro, come Gigi Proietti, Masolino D'Amico, Antonio Calenda.

Non mancheranno spettacoli nel calendario nella manifestazione: dal Viaggio con il Giulio Cesare nei Fori Imperiali, per la regia di Marcello Cava, al Foro di Cesare, al reading con gli attori dello Shakespeare Globe Theatre di Londra, il 15 aprile al Palladium. Che questo sabato ospiterà lo spettacolo Della rovina, di tempo e di bellezza. Shakespeare e il destino di Roma a cura di Luca Aversano.

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