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Sepino, la ‘piccola Roma’ ai piedi del Matese

Un gioiello archeologico sconosciuto, la città romana di Altila Saepinum, si trova ai piedi del Matese. Soprannominata la ‘piccola Roma’, il sito è un’area liberamente accessibile in cui ammirare una vera città romana risalente all’epoca dell’Imperatore Augusto.
A cura di Redazione Cultura
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I resti della Basilica a Saepinum
I resti della Basilica a Saepinum

Ai piedi del Matese, sulla pianura che guarda alla valle del Tammaro, sono visibili e liberamente accessibili oggi i resti archeologici di una antica località romana, soprannominata la "piccola Roma": il suo nome è Altila Saepinum, Sepino per i moderni. Il sito archeologico si apre all’incrocio di due importanti strade: la strada che collega Matese alla costa e il tratturo Pescasseroli-Candela. In tutto 12 che rappresentano uno dei più importanti centri archeologici d'Italia e, soprattutto, dell'Italia centrale.

Il nome deriva probabilmente da saepire, cioè “recintare”, a indicare l’antico stazzo recintato connesso all’allevamento transumante. Probabilmente la città romana è preceduta da un centro fortificato di epoca sannitica che sorge sulla montagna retrostante, chiamata “Terravecchia”, che fu espugnata dai romani nel 293 a.C. durante la terza guerra sannitica.

La zona è circondata da una cinta muraria commissionata dall’Imperatore Augusto ai suoi due figli, Tiberio e Druso. Interrompono questa cinta muraria ben quattro porte: Porta Boiano, Porta Tammaro, Porta Benevento, Porta Terravecchia e vi si ergono 35 torri (delle quali oggi sono visibili solo 27). La zona si articola (come molte città romane dell’antichità), intorno al cardo e al decumano, i due assi viari perpendicolari.

Sono molti i resti archeologici che è possibile ammirare passeggiando per l'antica Saepinum, nell'area liberamente accessibile:

  • La cinta muraria, in opera reticolata, è realizzata con calcare proveniente dal Matese. Ha uno sviluppo di 1270 m e racchiude l’area del sito di circa 12 ettari.
  • Le porte monumentali che interrompono la cinta muraria, concepite come archi trionfali, con corte di sicurezza interna, controporta a doppio battente, ed affiancate da due torri circolari.
  • Il teatro, datato alla prima metà del secolo d.C., in cui si conservano i primi due settori delle gradinate e l’orchestra.
  • Il complesso campus-piscina-porticus comprende uno spazio in cui avvenivano le esercitazioni ginniche e i giochi dei gladiatori.
  • La basilica ha pianta rettangolare e peristilio interno di venti colonne a fusto liscio, sormontate da capitelli ionici, che sostenevano un corpo sopraelevato.
  • Il macellum è l’edificio destinato al mercato, ha un accesso rialzato rispetto al livello stradale, a cui è collegato da un passaggio pedonalea.
  • L’edificio di culto appartiene al I secolo d.C. a pianta quadrata e pronao trapezoidale.
  • Il quartiere di abitazioni private, di età augustea, che si affaccia sul decumano nel tratto da porta Boiano al foro ed è caratterizzato da botteghe di varia larghezza.
  • Il complesso termale del II secolo d.C. si trova a ridosso del lato interno della cinta muraria con apertura sul decumano.
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