Esce oggi in libreria Macerie Prime (edizioni BaoPublishing), l'ultima fatica di Zerocalcare, primo volume di un racconto in due parti. Una storia e un fumetto di passaggio dove l'autore, diventato in una manciata di anni uno dei protagonisti dei comics in italiano, fa i conti con il tempo che passa e (anche) con il successo.
Dopo Kobane Calling, reportage a fumetti dal fronte del Kurdistan siriano che ha portato Zerocalcare al successo anche in altri paesi europei (l'ambito mercato francese prima di tutto), ritorna a quello che gli ha portato così popolarità: il racconto quotidiano, minuto, usando come medium i personaggi del nostro immaginario collettivo, dai film ai cartoni animati. Storie sempre sospese tra la periferia romana di Rebibbia, con uno sguardo sul mondo e il paese.
Dopo aver dimostrato di sapersi misurare con generi diversi, come il romanzo a fumetti con Dimentica il Mio Nome, e il reportage con Kobane Calling, senza mai perdere le caratteristiche che lo hanno fatto amare al suo pubblico, Zerocalcare torna così alla formula del racconto che lo ha fatto conoscere al pubblico che lo segue storia dopo storia, libro dopo libro.
Zerocalcare ha sempre rifiutato l'etichetta di autore ‘generazionale', anche se i più vecchiotti forse avranno fatto fatica a riconoscere Sirio il Dragone dei Cavalieri dello Zodiaco o qualche supereroe 2.0. Ma senza dubbio ha raccontato le insicurezze, le ambizioni, le difficoltà dei propri coetanei.
Ma anche Zerocalcare è cresciuto, e quelle storie pubblicate sul blog che gli hanno regalato un vasto seguito e i personaggi che li popolano con lui. E Maceria Prime è l'upload delle vite che ha raccontato in questi anni. E le macerie del titolo sono lo scenario che abitano quei giovani non più tanto giovani, tra ambizioni tradite, la difficoltà di riconoscersi uno nei problemi degli altri, vivendo in solitudine sfighe, successi, possibilità. Le macerie di un naufragio dove non sempre si trova un salvagente o un'ancora a cui aggrapparsi. Zerocalcare affronta di petto la promessa fatta ad ognuno di essere una start-up di successo, ma alla fine il curicculum si allunga e il debito di speranze e di parole tradite si accumula. E lo fa dalla scomoda situazione (in questo caso) di essere uno “che ce l'ha fatta”, senza arrogarsi il diritto di ergersi a rappresentante di chicchessia.
Katja, Deprecabile, Secco, Cinghiale, Giuliacometti, Sara e Zerocalcare. Le strade si incrociano e si allontanano e le risate si fanno agrodolci e ogni tanto sale anche il magone. E ci si barrica ognuno nella propria storia, pensandola unica, costruendo mura e steccati. Lo stesso Zerocalcare, con l'onestà intellettuale che lo contraddistingue, si mette a nudo davanti al lettore, racconta i suoi di problemi, misurandoli con quelli degli altri. Come non tradire la propria comunità e la propria tribù d'appartenenza? Come ci si misura con i propri valori confrontandosi con l'assedio dei media, dei lettori e delle richieste di ogni genere di persone vicine e lontane? Non è facile, e alla fine di questa prima parte della storia Zerocalcare si perde, e con lui anche la sua coscienza-Armadillo che abbiamo imparato ad ascoltare con lui.
Cumuli di macerie, cumuli di roba e di spade, per dividere le linee tra noi, cumuli di brutte storie, cumuli di cazzi tuoi come cantavano gli 883 e Max Pezzali.