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Scuola, la Fondazione Agnelli lancia l’allarme: tra dieci anni un milione di studenti in meno

Il tracollo della scuola italiana è nei numeri elaborati dalla Fondazione Agnelli. Lo scenario prospettato parla di un milione di studenti in meno con meno classi e meno insegnanti da Nord a Sud. A rischio, secondo l’analisi, oltre 55mila cattedre.
A cura di Redazione Cultura
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Il tracollo della scuola italiana è nei numeri delle ultime elaborazioni a cura della Fondazione Agnelli. E desta non poche preoccupazioni. Lo scenario prospettato per la scuola italiana, a partire dai dati Istat sull’evoluzione demografica, parla di un milione di studenti in meno con la conseguenza che avremo meno classi e meno insegnanti da Nord a Sud, in tutta Italia.  A rischio, secondo l’analisi, oltre 55mila cattedre, a partire dai gradi inferiori. Così sarà la scuola italiana nel 2028.

Come si legge sul sito della Fondazione, nel prossimo decennio l’evoluzione demografica porterà a una significativa contrazione della popolazione studentesca in tutto il Paese, da 9 a 8 milioni, che comporterà a regole vigenti la scomparsa di decine di migliaia di classi, con significative implicazioni per le politiche dell’istruzione dei prossimi governi. La popolazione fra 3 e 5 anni diminuirà ovunque già da oggi, portando nel 2028 a una riduzione di circa 6.300 sezioni della scuola dell'infanzia a livello nazionale, a regole vigenti. Gli iscritti alla scuola primaria diminuiranno consistentemente al Nord, al Centro e al Sud, con una perdita di circa 18.000 classi.

Gli iscritti alla scuola media (11-13 anni) continueranno a crescere poco per qualche anno al Nord e al Centro, per poi unirsi al Sud nel declino, con una perdita totale al 2028 di circa 9.400 classi. Una traiettoria simile alle medie, sebbene più spostata in là nel tempo, avrà anche la popolazione fra i 14 e i 18 anni, con una perdita complessiva alle scuole superiori di circa 3.000 classi nel decennio (in Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria e Lazio il saldo nel 2028 sarà, però, ancora positivo).

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