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Autoritratto di Artemisia Gentileschi scoperto sotto il dipinto di Santa Caterina de’ Medici

All’Opificio delle Pietre dure di Firenze sono stati scoperti sotto la tela di “Santa Caterina de’ Medici” di Artemisia Gentileschi due ritratti ad opera della stessa pittrice caravaggesca. Un autoritratto e un secondo ritratto della stessa moglie di Ferdinando. La pratica di utilizzare tele non vergini era molto diffusa per risparmiare sui materiali.
A cura di Redazione Cultura
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All'Opificio delle Pietre dure devono aver strabuzzato gli occhi quando, dopo essere passato sotto la lente d'ingrandimento, è venuta fuori la clamorosa scoperta. Due disegni ben nascosti sotto la tela di "Santa Caterina de' Medici", ritratto ad opera di Artemisia Gentileschi, conservata alle Gallerie degli Uffizi di Firenze. Il primo è un autoritratto della pittrice caravaggesca, sempre più vera rockstar della pittura moderna, oltre a un ritratto di Caterina de' Medici, figlia di Ferdinando. La scoperta è avvenuta nei giorni scorsi, ma solo oggi è stata resa pubblica, con il riposizionamento della tela nella nuova collocazione.

La celebre opera nasconde un'altra opera preesistente della stessa Santa, senza corona e con un turbante, con il volto rivolto verso l’osservatore in aperta contemplazione. I restauratori dell'Opificio delle Pietre dure hanno fatto emergere i nuovi dettagli grazie ad analisi ad alto livello tecnologico che, sotto la direzione di Cecilia Frosinini,  hanno svelato una:

posizione diversa della mano sinistra della santa, poi cambiata dalla Gentileschi, un velo sulla scollatura dell'abito (dotato di una sorta di colletto che in un primo momento aveva fatto pensare ad una veste maschile, idea successivamente accantonata) ed un misterioso piccolo volto in corrispondenza della parte a sinistra del viso di Santa Caterina, del tutto decontestualizzato rispetto all'opera finita o alla sua precedente versione.

Il mistero svelato non è tuttavia insolito, né incredibile. Come molti artisti della sua epoca, Artemisia potrebbe dunque aver usato una tela non nuova, per risparmiare sui materiali. La pratica d'altronde era diffusissima, e non solo per quell'epoca. Tornata dall'Opificio alla Galleria, la Santa Caterina avrà una nuova collocazione e da oggi sarà esposta nella sala della Medusa, sempre agli Uffizi, dove c'è la famosa opera del Caravaggio che fornisce il nome alla sala.

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