Scoperta tomba romana delle “ampolline di vetro” durante la costruzione di un edificio
È stata portata alla luce in questi giorni la tomba delle "ampolline di vetro" in un terreno privato nei pressi di Marina di Minturno, in provincia di Latina. La sepoltura, come dichiara una nota del MiBact era stata scavata nel terreno, ed era a cassa laterizia e di forma rettangolare, rivestita da tegole sopra e ai lati. Del reperto è visibile solo la parte centrale, parzialmente conservata. Inoltre, secondo gli esperti ministeriali, la presenza di diversi chiodi in ferro messi lungo il perimetro della tomba permette l'ipotesi che il defunto sia stato deposto in una cassa di legno.
A quanto pare, il rinvenimento della tomba, definita delle "ampolline di vetro" non è casuale, ma relativo a un intervento di scavo programmato da tempo, che aveva lo scopo di ottenere un parere da parte della Soprintendenza archeologica e favorire poi la costruzione di un edificio per uso di civile abitazione in un terreno appartenente a privati.
La tomba, nei pressi della via Appia, è disposta in direzione est-ovest. Ai piedi dell'inumato, al di fuori della cassa lignea in cui doveva trovarsi, è stato rinvenuto il corredo costituito da 7 ampolle in vetro, di cui 4 in condizioni quasi perfette, mentre 3 ridotte in frammenti, di forma conica e collo allungato
Da una prima analisi dei resti, si presume che si tratti di un individuo adulto, uomo, alto circa un metro e cinquantacinque. Le sette ampolle ritrovate nel corredo funerario lascia immaginare una datazione della tomba attorno al I o II sec. d. C..
Lo scavo della tomba è stato condotto sul campo dall’archeologo Mauro Treglia, con la collaborazione dell’antropologa Silvia Sofia Staiano. Tutti i reperti sono stati spostati nei magazzini archeologici del Museo Archeologico di Minturno, per i restauri e gli studi, in attesa della presentazione al pubblico.