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Scarlattilab: lezioni di barocco napoletano con Toni Florio e Peppe Barra

Un laboratorio unico in Italia, dove l’esperienza dei grandi interpreti del Sei e Settecento napoletano s’incontra con il talento dei giovani allievi dei conservatori del Sud.
A cura di Luca Iavarone
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L'immensa fortuna musicale di Napoli e della Scuola napoletana a cavallo tra Sei e Settecento non è semplice da raccontare, ma probabilmente, allo stato attuale delle cose, è assai più difficile da immaginare. Dalle cronache del tempo "la capitale musicale d'Europa, che vale a dire, del mondo intero" era quanto di più aggiornato e moderno ci fosse. Determinante, in questo primato della prima città del Regno, era il sistema della formazione musicale, che poteva vantare, già a metà Seicento, ben quattro conservatori di musica, con didatti del calibro di Niccolò Porpora, Leonardo Leo e Francesco Durante (maestro, fra gli altri, di Pergolesi e Paisiello).

antonio florio e chiara eminente

E proprio uno dei quattro conservatori napoletani, quello della Pietà dei Turchini, fornisce a Toni Florio il nome e l'ispirazione per un'esperienza di grande impegno morale ed intellettuale: la fondazione nel '87 dell'ensemble I Turchini, nota successivamente anche come Cappella della Pietà de’ Turchini e sfociata, qualche anno dopo, in significative appendici, quali il Centro di Musica Antica Pietà de' Turchini per la valorizzazione artistica e la ricerca interdisciplinare sul patrimonio musicale e teatrale napoletano dei secoli XVI-XVIII.

i turchini

La missione de I Turchini è stata sin dall'inizio la riscoperta, l'analisi e l'esecuzione, secondo la prassi barocca, dei capolavori del repertorio napoletano antico. Calcando palcoscenici prestigiosi (dall'Accademia di Santa Cecilia al Teatro di San Carlo, passando per il Palau de la Música di Barcellona e la Berliner Philharmonie) I Turchini hanno portato in scena un numero considerevole di opere e intermezzi buffi, inciso pregevoli raccolte di inediti e ottenuto riconoscimenti internazionali.

Nonostante le copiose difficoltà burocratiche e amministrative in cui puntalmente e inevitabilmente s'incappa quando nel nostro Paese si promuovono progetti di alto profilo culturale, Florio, da due anni a questa parte, ha scelto di investire ancor di più nell'attività didattica, ideando lo Scarlattilab.

musicisti dello Scarlattilab

Scarlattilab è un laboratorio inedito e innovativo, sorto dalla collaborazione tra il maestro Florio, il musicologo Dinko Fabris e l'associazione Alessandro Scarlatti, ben coordinata dal direttore artistico Chiara Eminente. Lo scopo dichiarato del progetto è dar vita a un luogo di confronto, creazione e crescita artistica, in cui giovani studenti dei conservatori del Sud siano impiegati al fianco di maestri e musicisti professionisti. In due anni d'attività lo Scarlattilab ha affrontato repertori vari, da Carlo Gesualdo alla musica elettronica, fino al recente concerto barocco "‘ppemmuseca – la grande storia dell'opera buffa" ospitato nel magnifico auditorium di Castel Sant'Elmo, per la stagione concertistica della Scarlatti.

peppe barra

A dividersi il palco, giovedì scorso, un ensemble di validi e giovani strumentisti, belle voci, calibrate e promettenti, e ospiti prestigiosi, quali Giuseppe Naviglio e Pino De Vittorio. E a suggellare quest'incontro tra i nuovi interpreti e quelli storici, in perfetto stile da opera buffa, uno straordinario Peppe Barra ha intermezzato i numeri chiusi con scenette licenziose e letture da Perrucci.

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