Sanremo trema, rischio boicottaggio dei discografici: “Come nel 2004, quando fermarono i cantanti”

Il Festival di Sanremo rischia di trovarsi nel mezzo di una tempesta perfetta. Dopo la diffida della Rai al Comune sulla concessione dei marchi, ora anche l'industria discografica italiana alza la voce e minaccia di non inviare i propri artisti alla kermesse.
La FIMI sul piede di guerra
La FIMI ha invitato il Comune di Sanremo a prendere in considerazione il ruolo dell'industria discografica mentre "nell’avviso pubblicato" non vi è alcun riferimento a una serie di attori che pure "con investimenti e contenuti consente al Festival di prosperare e generare ricavi". E c'è un riferimento diretto all'edizione del 2004, quando quando le discografiche non inviarono i propri artisti in gara. Suona come un avvertimento chiaro: "La prossima edizione del festival dovrà prevedere un consistente rimborso economico per le imprese partecipanti. Senza la discografia sul palco di Sanremo ci sarebbero giusto i fiori. Il festival senza la musica è una scatola vuota".
Le parole di Enzo Mazza
Raggiunto al telefono da Fanpage.it, Enzo Mazza non parla esplicitamente di boicottaggio, ma fa riferimento all'edizione 2004 quando le discografiche non inviarono i propri artisti in gara. Questo è uno scenario che va chiaramente ad aggiungersi alla questione della Rai che avrebbe già ragionato a un'opzione B, col rischio che il Festival possa perdere sia gli artisti che la tv pubblica.
Le parole di Federico Cirillo
Sempre a Fanpage.it, le parole di Federico Cirillo, Label Director di Island Record, che dopo la diffida della Rai al Comune sulla concessione dei marchi e le minacce di ritiro degli artisti da parte della FIMI, ha messo in discussione la stessa location dell'evento: "Sanremo e l'Ariston non sono più adeguati. L'Ariston, che rimane un pezzo di cuore, non è più compatibile con il livello (e il numero) degli artisti e dei loro entourage. Se si vuole garantire uno spettacolo di qualità che cresca sempre di più anno dopo anno serve un upgrade con standard superiori, soprattutto in termini di servizi". Ma non è solo il teatro a finire sotto accusa: "L'evento sposta numeri davvero grandi, coinvolgendo aziende di ogni settore. A mio avviso Sanremo è troppo piccola per sostenere l'attuale dimensione del festival. Inoltre i prezzi crescono anno dopo anno ma l'offerta in termini di hospitality rimane pressapoco sempre la stessa".