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Festival di Sanremo 2020

Sanremo 2020: quella volta che Alda Merini venne esclusa dal Festival

Il confine fra poesia e musica è molto sottile, talvolta invisibile: nel 2007 fu la poetessa Alda Merini a dimostrarlo, scrivendo un bellissimo testo che avrebbe dovuto partecipare alla 57° edizione del Festival di Sanremo. Ma, quell’anno, niente andò come previsto: il brano, musicato insieme a Giovanni Nuti, non arrivò mai sul palco dell’Ariston. La canzone era dedicata al primo amore: ecco il testo, e la storia della sua esclusione da Sanremo.
A cura di Federica D'Alfonso
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Alda Merini.
Alda Merini.
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Sanremo è una vera e propria istituzione: durante i giorni del Festival della Canzone Italiana, il tempo sembra addirittura scorrere diversamente. Un evento che, negli anni, ha riservato non pochi colpi di scena: come quello che si ebbe quando la direzione artistica, capitanata da Baudo, decise di escludere la canzone che la poetessa Alda Merini, più volte candidata al Nobel, aveva presentato insieme al compositore Giovanni Nuti. Parole troppo in “distonia con la musica”, si disse, ma nessuna motivazione è mai stata chiarita del tutto. Ecco la storia di Alda Merini a Sanremo.

Sull'orlo della grandezza: la canzone di Alda Merini

Alda Merini insieme al musicista Giovanni Nuti.
Alda Merini insieme al musicista Giovanni Nuti.

Una storia nemmeno troppo vecchia: è il 2007, e il Festival si prepara a spegnere la cinquantasettesima candelina. Per chi ha memoria musicale, si tratta dell’anno in cui a vincere sono Simone Cristicchi con “Ti regalerò una rosa” e Fabrizio Moro, per la sezione Giovani, con “Pensa”. Ebbene quell'anno, ad ingrossare le fila degli artisti sul palco dell’Ariston doveva esserci anche lei: con un brano dal titolo "Sull'orlo della grandezza", musicato assieme al compositore Giovanni Nuti.

Quando t’investe un sentimento vero

che è come l’uragano e tu hai paura di perdere la luce

e di smettere di vedere le piccole cose di ogni giorno

e pensi che qualcuno inopinatamente voglia darti

qualcosa sulle spalle

non capisci se è un cadavere o

una grande vittoria

allora tremi dalla paura e non sai chi sia il portatore

di questa chiamata che ti prende le gambe

e te le fa tremare

vorresti parlare

e ti si inceppa il volto

Vorresti ridere

e diventi un ghigno di lebbra

ad un certo punto ti senti bello come Lucifero

e non sai che questa resurrezione

non è un’adolescenza

ma è la maternità della luce

che hai sempre avuto nel grembo.

Un testo doloroso, infondo al quale si cela però una luce particolare: quella del primo amore. È a questo tema che la poetessa scelse di dedicare le parole che, con la musica di Nuti, avrebbero dovuto gareggiare al Festival: dopo una prima ammissione, annunciata con entusiasmo dall'amico Pippo Baudo, il pezzo venne escluso. Inizialmente, per stessa dichiarazione di Baudo, la voce della Merini era apparsa “calda, forte, passionale”, ma poco tempo dopo a motivo dell’esclusione dal Festival si disse che pur essendo “una lirica bellissima, c’era una distonia con la musica”.

Alda Merini non prese bene la notizia, tentando di sottolineare la fortissima ed inaspettata delusione di vedersi esclusa, nuovamente, da tutto. Successivamente però la stessa poetessa “perdonò” Baudo, ricordando la forte amicizia che li legava da tempo, e scrivendo, a distanza di due anni, parole bellissime che riuscirono ad arrivare sul palco dell’Ariston, in un modo o nell'altro.

“Canta l’Italia”: i versi della Merini per Sanremo

Nel 2009 Paolo Bonolis legge i versi di Alda Merini sul palco di Sanremo.
Nel 2009 Paolo Bonolis legge i versi di Alda Merini sul palco di Sanremo.

È il 2009, e qualche mese dopo Alda Merini morirà lasciando un vuoto incolmabile. Ma a febbraio, durante la seconda serata del Festival, le sue parole torneranno a risuonare: Paolo Bonolis, conduttore di quell'edizione, leggerà l’omaggio affezionato che la Merini aveva scelto di regalare a Sanremo, per l’ultima volta:

Canta l’Italia, non si vedono lacrime italiane, ma gemono i poeti sotto l’amara sferza del destino. Cuori solitari vincono le loro vittorie proprio qui, in mezzo ai fiori, dove la produzione notturna del pensiero vola diretta a Dio. O provvido Sanremo, butta le nostre ancore su una terra di pace, dove fiorisca il genio dei cantanti o dell’amore. Alda Merini.

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