Salone Libro Torino, per Sgarbi la polemica è inutile: “Nessuna censura alle idee”
"Si tratta di una polemica del tutto pretestuosa". Ai microfoni di Radio Radio è intervenuto Vittorio Sgarbi e, come al solito, è andato dritto al punto. Durante il programma "Un Giorno Speciale" di Francesco Vergovich con Fabio Duranti, ha detto la sua sulla polemica sorta dopo la marcia indietro di diversi autori ed editori dal Salone del Libro di Torino a causa della presenza di Altaforte, casa editrice vicina a Casapound, che ha pubblicato il libro su Matteo Salvini, «Io sono Matteo Salvini, intervista allo specchio», a cura di Chiara Giannini. Per lo storico d'arte e sindaco di Sutri quella di autori come Carlo Ginzburg e Zerocalcare non è la giusta reazione. "La parola, anche la più terribile, non deve essere censurata", ha ripetuto più di una volta.
Nessuna censura, ma Salvini ha sbagliato
Sgarbi ha, poi, ripercorso le varie tappe della polemica, sottolineando la dichiarazione "provocatoria" di Francesco Polacchi, responsabile della casa editrice Altaforte, e la presa di posizione dello scrittore Carlo Ginzburg, secondo lui un autore "sopravvalutato" e un "improvvisato" storico dell'arte.
"La presenza dei fascisti non deve essere intesa come un motivo per cui gli altri non devono andare. Non c'è un'esaltazione attiva del fascismo, non stanno ricostituendo il partito, quindi non capisco perché creare questa polemica".
La polemica per Sgarbi rischia di creare un cortocircuito: "Proibire loro di andare sarebbe censura, mentre non andare è una forma di autocastrazione". Inoltre non partecipare al Salone significherebbe "limitare l'espressione di cose giuste e importanti". Un libro è "sacro" e la sua essenza va protetta sempre. Anche quando si parla di argomenti scomodi. Il riferimento è andato a Roberto Saviano che "crea un'incitazione alla camorra" e a Massimiliano Parente e al suo romanzo "Mamma".
Poi, il sindaco di Sutri, ha analizzato la scelta di Matteo Salvini di affidare il materiale dell'intervista ad una casa editrice come Altaforte:
Da quando ho saputo che l'editore era Altaforte ho valutato l'errore di comunicazione di Salvini, ossia la contiguità con una parte politica molto discussa e messa, spesso, davanti alla contraddizione della Costituzione. Casapound non è un partito fascista, ma non rinnega il fascismo. Salvini avrebbe dovuto affidarsi ad un editore generalista per avere una diffusione adeguata ed evitare di diventare fiancheggiatore di quello che non conosce. Qualcuno ci vedrà qualche disegno dietro, ma secondo me non l'ha fatto premeditatamente. Sarebbe un genio del male, altrimenti.
Infine, ha ricordato cosa sia il fascismo: "Qualsiasi editore stampa delle idee e nessuna idea va censurata. Censurare è fascismo. Ognuno è libero di esprimere le proprie idee e scrivere cosa pensa. Escludere è fascismo."