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Salone del Libro, Tomaso Montanari: “Basta dividersi, editori senza coraggio”

Sulle polemiche relativa al Salone del Libro di Torino, per la presenza della casa editrice vicina a CasaPound, interviene lo storico dell’arte Tomaso Montanari che in un’intervista esclusiva a Fanpage accusa gli editori italiani di aver ceduto alle pressioni della politica ed aver scaricato sugli autori la responsabilità di dire no: “Dibattito surreale, il tema sono i nuovi fascisti”.
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"Questa storia somiglia alla trama de "I promessi sposi. Dove Don Rodrigo (Matteo Salvini) ordina ai suoi Bravi (CasaPound), mentre Don Abbondio (gli editori italiani) ha paura e lascia fare". Per la nostra chiacchierata esordisce con una puntuta metafora letteraria il professore ed esperto d'arte Tomaso Montanari, che avrebbe dovuto essere al Salone del Libro di Torino giovedì 9 maggio, con Salvatore Settis, per presentare il volume "Arte. Una storia naturale e civile" edito da Mondadori Education. Ma Montanari ha annunciato che non ci sarà, andando così a nutrire la fronda di "chi dice no" al Salone, in seguito all'annunciata presenza dell'editore Altaforte vicino a CasaPound, il cui referente si è dichiarato apertamente fascista.

Professor Montanari, non c'è il rischio che il suo "no", come quello degli altri, contribuisca a indebolire un fronte che in questo momento dovrebbe essere unito contro il ritorno di idee sconfitte dalla Storia?

Voglio dire, innanzitutto, che rispetto le posizioni personali di ciascuno. Mi considero un amico fraterno di Nicola Lagioia, il direttore del Salone. E Michela Murgia, che ha annunciato andrà al Salone, gode della mia massima stima. Il mio "no", come quello di tanti altri, è frutto di una diversa sensibilità alla questione: qui nessuno pretende di distribuire patenti di antifascismo. Alla maniera di Bartleby lo scrivano, del famoso racconto di Melville, io "preferirei di no". Ma il problema, se mi consente, è un altro.

Quale?

Che gli scrittori e gli autori si stanno dividendo tra loro, litigando tra chi andrà e chi non andrà al Salone, il che francamente sta dando vita a un dibattito surreale, mentre il dibattito andrebbe fatto sui nuovi fascisti, chi sono e come agiscono.

Di chi sono, secondo lei, le responsabilità?

Mi pare evidente che in questa situazione è stata scaricata sulla comunità degli intellettuali e degli scrittori un problema che andava risolto altrove. Nicola Lagioia e il suo comitato editoriale avevano giustamente affermato di ritenere incompatibile la presenza dell'editore di CasaPound con i valori del Salone del Libro, spostando verso chi di dovere (gli editori e la politica) una risposta nel merito, eppure il comitato di indirizzo ha dato quel via libera "pilatesco" francamente inaccettabile.

Mancanza di coraggio degli editori, dunque, pressati naturalmente dalla politica. Peraltro sotto elezioni. Da qui la metafora tra gli editori-Don Abbondio.

La vigliaccheria di chi ha costretto una comunità a spaccarsi è un problema enorme, complicatissimo. Soprattutto nell'epoca che stiamo vivendo, in un'egemonia quasi totale della destra. Se non ci opponiamo adesso con i nostri "preferirei di no", dove andremo a finire?

Tuttavia il rischio che il motto di Bartleby rischi di punire oltremodo una manifestazione riconosciuta da tutti come un fiore all'occhiello, almeno negli ultimi anni, del nostro Paese, c'è, eccome.

Su questo, se mi è consentito, vorrei aggiungere dell'altro. E cioè chiedere a tutti coloro che difendono in maniera così energia il Salone del Libro e tutte le altre bellissime manifestazioni sparse per il nostro Paese: perché non proviamo a usare un po' di quest'energia in favore di tutte le periferie abbandonate o verso il patrimonio culturale e monumentale in pericolo? Voglio dire: torniamo ad avere un contatto col paese reale, altrimenti finiremo continueremo ad asserragliarci nei festival.

Un'ultima domanda: se in qualche modo si trovasse la maniera di tenere fuori dal Salone lo stand di Altaforte, lei sarebbe disposto a tornare al Salone?

Con una presa di posizione politica e non tramite qualche cavillo, certamente. Peraltro, voglio evidenziare come con le dichiarazioni di ieri "sull'antifascismo quale peggior male d'Italia" forse siamo già nel campo dell'apologia…

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Scrittore, sceneggiatore, giornalista. Nato a Napoli nel 1979. Il suo ultimo romanzo è "Le creature" (Rizzoli). Collabora con diverse riviste e quotidiani, è redattore della trasmissione Zazà su Rai Radio 3.
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