Salone del Libro, Fedez sulla salute mentale: “Ho vissuto stati depressivi che ti annullano come persona”
Fedez è stato ospite del Salone del Libro di Torino nella giornata di oggi, domenica 12 maggio. Sul palco della manifestazione, in programma fino al 13 maggio, il rapper è intervenuto per parlare del delicato tema della salute mentale dei più giovani. Già qualche mese fa aveva sottolineato l‘importanza di accendere un faro sulla tematica.
Cosa ha detto Fedez sulla salute mentale
"Il tema e' convivere con il tuo malessere. Bukowski, ad esempio, conviveva benissimo con i suoi demoni, una convivenza sana con il suo malessere. Ma ci sono altre situazioni in cui non ti senti bene con te stesso e li e' difficile cavare qualcosa di buono", ha spiegato Fedez sul palco del Salone del Libro. In passato, aveva già parlato pubblicamente, anche sui social, dei problemi di salute mentale che stava attraversando, come una forma di depressione resistente ai farmaci.
"È vero che il malessere puo' portare a spunti creativi. Ci sono stati depressivi che però ti annullano come individuo. Condizioni che ho vissuto e che uccidono la creatività", ha poi precisato. I suoi problemi di natura psicologica l'hanno portato a doversi fermare in ambito lavorativo e ad affrontare non poche difficoltà legate agli effetti collaterali degli psicofarmaci che assumeva. In particolare, il rapper ha concentrato il suo discorso sul pubblico di più giovani, parlando anche della digitalizzazione e dell'importanza di un confronto di persona: "Di sicuro, dopo il Covid e' venuta meno la parte reale e per questo penso che in questo momento sia fondamentale permettere ai ragazzi di confrontarsi in luoghi reali quali sono i centri sociali, al di la della loro appartenenza politica".
"Nessun problema a parlare di genocidio"
Nel corso del suo intervento, Fedez ha toccato anche il tema di quanto sta accadendo in Palestina, precisando di non aver nessun tipo di problema nel parlare dell'argomento: "Credo la mia storia parli per me, non ho alcun tipo di problema a parlare di genocidio, nessuna questione ideologica".