La storia di Adolf Hitler pittore: “Dopo la Polonia, mi dedicherò all’arte”
La storia potrebbe più o meno essere riassunta così e avere come titolo "Cinquanta sfumature di follia". Lo scorso 3 ottobre a Salò, in provincia di Brescia, un folle armato di cacciavite è entrato nel Museo della Follia della cittadina lombarda cercando di squarciare il dipinto partorito dalla mente (folle, a sua volta) di Adolf Hitler. Il quadro, esposto nella mostra a cura di Vittorio Sgarbi "Museo della Follia. Da Goya a Bacon" e allestita al MuSa di Salò, è un esempio di rara bruttezza pittorica, esposto probabilmente per fare rumore attorno a una mostra che, tuttavia, presenta al suo interno importanti opere pittoriche ben più importanti nel raccontare il controverso rapporto tra arte e follia.
L'uomo, descritto un italiano di 40 anni, è stato fermato un attimo prima che potesse danneggiare l'opera. La vigilanza lo aveva notato che si aggirava agitato per il museo urlando "Dov'è il quadro di quel pezzo di m…?" e lo ha tenuto d'occhio. A quel punto, Giovanni Lettini, un collaboratore di Sgarbi sarebbe intervenuto in prima persona per bloccare l'uomo, riuscendo a salvare l'opera ma non a fermare l'assalitore che si è dato alla fuga.
Giordano Bruno Guerri, direttore del MuSa, ha commentato l'accaduto con una battuta: "La mostra sulla follia non sarebbe stata perfetta se non avesse ospitato anche un episodio di pazzia". Successivamente al tentativo di squarciamento, il quadro del dittatore tedesco è stato ritirato dalla sala per qualche ora per permettere ai restauratori di verificare l'assenza di eventuali danni alla tela e al colore, mentre il responsabile è stato segnalato alle forze dell'ordine.
Hitler pittore: "Dopo la Polonia, mi dedicherò all'arte"
La mostra “Museo della Follia. Da Goya a Bacon” a cura di Vittorio Sgarbi, sarà aperta fino al 16 novembre presso il MuSa, museo di Salò. Un percorso pittorico di 200 opere tra dipinti, fotografie, sculture, e istallazioni sul tema della follia. L'esposizione, nella nuova sede di Salò, porterà i visitatori a immergersi in un’atmosfera suggestiva lasciandosi guidare dalle emozioni. Il senso di smarrimento, infatti, è l’unica vera guida a questa mostra.
Frutto di una follia distruttrice e non creatrice è, invece, l’olio esposto in mostra in anteprima mondiale, opera di Adolf Hitler che disse all'ambasciatore britannico Neville Henderson "Io sono un artista e non un politico. Una volta che la questione polacca sarà risolta, voglio finire la mia la vita come un artista". Ma dal punto di vista artistico, almeno a sentire il curatore della mostra Vittorio Sgarbi il quadro: "È una cagata, opera di un disperato, potrebbe essere stato fatto da Kafka, dice molto della sua psiche: qui non si vede la grandezza, qui si vede la miseria."