Salmo critico sull’uso dell’autotune: “È la furbata del secolo, ne parla bene solo chi non sa cantare”

Prima Francesco Gabbani, poi Elio e di conseguenza altri artisti, come Chiara Iezzi e Jovanotti, sono tornati sulla polemica dell'utilizzo dell'autotune nella musica contemporanea. Autotune sì, autotune no, è un mezzo per correggere l'intonazione di artisti che non sanno cantare o un mezzo stilistico? Salmo ha le idee chiare. Intervistato da Fanpage in occasione dell'uscita su Sky e Now della serie Gangs of Milano – domani uscirà l'intervista completa -, in cui recita e di cui cura la colonna sonora, il rapper sardo ricorda come sia stato uno dei primi a tirare fuori la polemica sul software e sottolinea come la sua idea, critica, non sia affatto cambiata negli anni: "Chi ne parla bene sono quelli che non sanno cantare – dice il rapper -. È la furbata del secolo; come ha detto Elio, è un doping". E sul problema di usarlo ai concerti: "Non esiste che se fai musica non sei capace di cantare le tue canzoni dal vivo".
Salmo sull'autotune: "Doping per chi non sa cantare"
"Penso di essere stato uno dei primi a tirare fuori la polemica dell'autotune, ma già tanti anni fa e la penso allo stesso modo, ovvero che sia la furbata del secolo – spiega al telefono a Fanpage -. Chi ne parla bene sono quelli che non sanno cantare, perché se c'è una scorciatoia, ovviamente la gente la prende". Il rapper, che interpreta Snake, nella serie, sottolinea come ormai tanti siano critici nei confronti dell'autotune: "Attualmente mi pare si stiano opponendo tutti a questa roba, se usi l'autotune gli italiani ti insultano, però è giusto così, sta diventando una barzelletta, non è possibile che le persone facciano le hit in studio e poi dal vivo non sanno cantare, di che stiamo parlando? Io non riuscirò mai a capirla questa cosa, cioè, ok, è solo un effetto però come ha detto Elio, che ha usato il termine giusto, è un doping".

Il problema dell'autotune ai concerti
Salmo non crede a chi parla di un uso stilistico dell'autotune: "No, è una scusa, ma quale stile! È una una facile scusa: ‘Non so cantare, però uso questa cosa per effetto', ma chi vuoi prendere in giro? Qua c'è un problema enorme per quanto riguarda il live, cioè sono veramente delle capre, la gente spende dei soldi per andare a vedere delle persone che non sanno cantare, cioè di che stiamo parlando!, è una roba assurda. Sono proprio contrario a questa cosa". E lo sottolinea anche per quanto riguarda i live: "Il live è una cosa impegnativa, la musica è nata così, dal vivo, non esiste che se fai musica non sei capace di cantare le tue canzoni dal vivo, è una sconfitta. Ed è incredibile che nessuno dia tanto peso a questa cosa (…). Non c'è finzione negli altri live, c'è poco impegno, devono impegnarsi molto di più".