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Rosmy con Pop Fiction: “Mi sento una paladina della musica mentre la verità si traveste da finzione”

Rosmy, nome d’arte di Rosamaria Tempone, ha pubblicato lo scorso 12 aprile il suo secondo album Pop Fiction: 12 brani, tra cui un omaggio a Lucio Dalla con Quale Allegria. Qui l’intervista.
A cura di Vincenzo Nasto
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Rosmy, foto di Nino Saetti
Rosmy, foto di Nino Saetti

Il 12 aprile scorso veniva pubblicato Pop Fiction, l'ultimo lavoro della cantautrice italiana Rosmy, nome d'arte di Rosamaria Tempone. Si tratta del secondo progetto ufficiale dopo l'uscita di Universale nel 2019, che richiama l'immaginario estetico di Tarantino e della celebre pellicola Pulp Fiction. 12 brani in cui Rosmy si proietta come "una paladina della musica, che continua a esserci nonostante le mille difficoltà e avversità". Qui l'intervista a Rosmy.

Quando nasce l’idea di un progetto come Pop Fiction?

Tutto nasce dall’idea di raccontare un’epoca in cui la parola Fiction è diventata la normalità: il vero si traveste da finzione e la finzione si finge verità. Un po’ come nel film di Tarantino, dove estremizzare ironicamente è la normalità. Da qui l’idea di unire i due mondi: cinema e musica ed ecco perché il titolo Pop Fiction. Un album di dodici brani tutti diversi, con tante tematiche sociali da affrontare e così, come succede nei film, si intrecciano tante storie in un unico filo conduttore: il nostro tempo.

Cosa rivedi in te e nel progetto della pellicola di Quentin Tarantino?

Mi divertiva l’idea di vedermi come una paladina della musica, che continua a esserci nonostante le mille difficoltà e avversità, e provare a fare una citazione coraggiosa dell’iconica immagine di Uma Thurman della locandina di Pulp Fiction, cambiandone anche alcuni oggetti. La pistola che diventa microfono e i giornali che diventano un vinile. Pop Fiction è un disco coraggioso e ricco di carica emotiva, dove si evidenzia la forza della donna e soprattutto il diritto di affermazione del mondo femminile, di chi sa quello che vuole e lotta per conquistarlo.

In un tuo post su Instagram, hai sottolineato l’esigenza di urlare un bisogno umano attraverso la tua musica? Da quale esigenza è nato questo disco?

Sì, sui social ho annunciato il nuovo disco con un mini trailer insieme all’attore Alessandro Bianchi, nella parte del tassista Trimone27 reso celebre dal programma GialappaShow. Ho cercato di far rivivere le emozioni che un cantautore vorrebbe sparare al mondo con un microfono in mano. Ho sentito la necessità di urlare quel bisogno umano che ognuno di noi ha di essere ascoltato, perché la musica non è solo un rumore di fondo. 

In No Contact, c’è un passaggio in cui canti "Soffro il pop". Si può spiegare anche così quest’apertura a nuovi universi musicali, come in Tutto bene?

La musica sta vivendo un momento difficile e rispecchia perfettamente la società del nostro tempo, che in qualche modo racconto nei miei brani anche utilizzando generi musicalmente diversi.  No Contact è un brano che profuma di R&B, con il quale ho provato a dire un basta secco e deciso, alla dipendenza psicologica ed emotiva che è sempre più presente ed è diventato un vero e proprio trauma sociale. Allo stesso modo con Tutto Bene, attraverso un brano techno e sperimentale, mi sono sdoppiata con un atipico alter ego Rosmy vs Rosmy per raccontare una società incoerente, contraddittoria, nevrotica e bipolare.

Come nasce Giromondo e in quale aspetto della tua musica pensi di esser stata fraintesa?

Giromondo è un brano che in chiave rock sottolinea che è tempo di unirsi, aiutarsi e contaminarsi. Un featuring con Saturnino e Maurizio Solieri, che musicalmente si fondono in un brano i concetti chiave sono "No all’omologazione" e "Sì alla diversità". Credo che il mondo fraintenda chiunque e che nessuno si senta compreso fino in fondo ma spesso la musica è in grado di abbattere i preconcetti.

Riguardando le condizioni in cui era stata pubblicata Fake News, come hai vissuto quel momento in cui il tuo nome era stato affiancato a Marracash?

Non amo il gossip in generale, figuriamoci quando si basa su notizie completamente inventate. Ho sempre preferito vivere di musica e decidere liberamente di raccontarmi attraverso i miei brani.  Preferisco emozionare piuttosto che far sparlare, ma è successo veramente di essermi ritrovata, senza volerlo, in mezzo a un polverone. Meglio rispondere in maniera ironica con la musica stessa: Fake News è proprio il manifesto di quanto mi è successo.

Com’è cambiato anche l’approccio con il tuo pubblico attraverso i social? 

È sempre lo stesso, il più semplice possibile. Nel bene o nel male i social sono uno strumento per comunicare direttamente e velocemente con il mio pubblico e chiunque abbia interesse per la mia musica.

Che cosa rappresenta per te Lucio Dalla e il cantautorato italiano, a cui hai lasciato un tributo con la cover di Quale Allegria nell’album?

Amo Lucio Dalla per la sua poliedricità per il suo spessore cantautorale, una notte l’ho sognato e ho sentito l’importanza della sua presenza. Ho voluto con tutta me stessa che Quale allegria fosse la bonus track del mio nuovo album. Le parole sempre più attuali mi hanno contaminata di energia, mi hanno raccontato ciò che vivo intorno, e con quanta più umiltà ed entusiasmo possibile le ho fatte mie: sono un forte paradigma del mio nuovo progetto.

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