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Rose Villain: “In famiglia sono quella saggia, spero mi capiscano quando canto la sofferenza”

Rose Villain, dopo l’esordio al Festival di Sanremo come concorrente Big con Click Boom!, ha pubblicato lo scorso marzo il suo secondo disco Radio Sakura. Qui l’intervista.
A cura di Vincenzo Nasto
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Rose Villain, foto Comunicato Stampa
Rose Villain, foto Comunicato Stampa

Dal buio di Radio Gotham alla primavera di Radio Sakura, il nuovo progetto di Rose Villain è "un disco dove c'è tanta speranza", come ha confermato la cantante nell'intervista a Fanpage. Anche quando si spengono le luci in Brutti Pensieri, anche quando l'esorcizzazione della morte diventa l'arma con cui affrontare uno spazio della sua narrativa in Il mio funerale. Un progetto in cui la cantante ha invitato Madame in Hattori Hanzo, ma anche Ernia, Bresh, Thasup e Guè: ma soprattutto sembra dare una cornice a Click Boom! presentata sul palco di Sanremo 2024. Un Festival che le ha cambiato ancora di più la quotidianità: "L'altro giorno, due signore che avranno avuto 80 anni, hanno pronunciato perfettamente il mio nome", ma che legittimano ancora di più le sue ultime stagioni musicali, parallelamente alla prima conduzione televisiva, con il talent di Netflix Nuova Scena, di cui è stata giudice assieme a Fabri Fibra e Geolier. Qui l'intervista a Rose Villain.

Sono sbocciati i fiori di Radio Sakura, raccontami un po' come stai accogliendo questo progetto.

È la musica di cui sono più fiera di quella già pubblicata. Anche se adesso ogni scarrafone è bello a mamma sua per il secondo figlio, chiaramente il primo ti sta quasi sulle palle (ride ndr). Noi artisti siamo fortunati perché possiamo avere un diario della nostra evoluzione: sentire e parlarle dei nostri cambiamenti, ma anche esorcizzare le cose più tristi della nostra vita.

Radio Gotham ha aperto una strada?

Mi ha aperto al pubblico, mi ha permesso di essere fragile, ma soprattutto accolta e amata. Questa cosa mi ha permesso di sbocciare, di essere più confident e più forte. È un disco dove c'è tanta speranza: è forse più crudo del prima, ma è molto onesto. C'è un lato positivo in ogni canzone.

Nell'intro del disco, Hattori Hanzo con Madame, canti: "Non dobbiamo aver bisogno di eroi, ma non possiamo farci la guerra fra noi".

È un disco che racconta anche della capacità dei fiori, ma in generale della natura, di piantarsi dove c'è desolazione, dove tutto sembra fermo. La natura riesce a tornare, ricoprendo tutto di verde. Io auguro tutto questo al mondo, adesso che ci sono disagio, guerra e divisione. È anche un segno di speranza, come con i fiori e la loro resilienza. Spero che torni a esserci un equilibrio.

Una positività che arriva anche esorcizzando la morte con il brano Il mio funerale. 

Adoro questo pezzo, anche perché amo da sempre esorcizzare tutto ciò che c'è di negativo, come un attacco di panico. Quando c'è tanta gente io ho sempre un po' di agorafobia, sono un po' introversa.

Quindi trasformiamo tutto in una festa?

Per me la festa è il panico e allora cerco di prendere quel momento e dire: Sto morendo? E allora brindate. È proprio bello vedere il lato positivo, è questo il messaggio.

E invece quando ti è venuta l'idea di capovolgere il significato del termine Stan, ripreso dalla canzone di Eminem?

La mia prima intenzione era rigirare il suo significato. Ho tirato fuori di nuovo questo termine, perché ho visto che negli Stati Uniti in molti la usano con un'accezione positiva. Prima lo "Stan" era un fan stalker, invece adesso la parte ossessiva si è trasformata in un sentimento di ultra amore.

E su di te come si trasforma?

Io sono una persona che quando ama, lo fa di brutto. Sono fan della persona, del mio partner, ma ho anche cominciato a vedere nuove dinamiche nei miei fan, che sono sempre molto educati. Mi fanno un sacco di regalini, scrivono delle lettere e fanno dei quadretti artistici. Volevo fare un'ode a tutto ciò che mi sta accadendo.

In che modo il Festival ha cambiato il rapporto con i tuoi fan?

Devo ammettere che ho veramente poca percezione del mio successo, della mia popolarità: non mi rendo conto di niente. Devo dire che dopo Sanremo mi riconoscono in strada tante più persone, dai bambini agli anziani. L'altro giorno, due signore che avranno avuto 80 anni hanno pronunciato perfettamente il mio nome. Spero che le storie che racconto raggiungeranno tante nuove persone, che avranno voglia di seguire il mio percorso e di sentirsi un po' accudite.

Tornando al disco, musicalmente come viene costruito Radio Sakura? Sembrano esserci cose nuove rispetto al passato, come le percussioni un po' caraibiche in Come un tuono, col feat con Gué.

Sì, per me è una bachata. In generale, quando scrivo ho voglia di stupirmi, di non annoiarmi mai, neanche quando ascolto le canzoni. Non voglio annoiare le persone. Poi c'è questa cosa che non sa nessuno, ovvero che ho frequentato la Repubblica Dominicana perché ho una parte di famiglia che viveva lì. Ci ho passato tanto tempo, avevo anche una casa e quindi ho una parte di famiglia praticamente dominicana. Può sembrare strano che io faccia un pezzo reggaeton, ma io lo sento. Conosco bene lo spagnolo, se lo parlo lo faccio con la pronuncia un po' dominicana, sono tutte cose molto autentiche per me. Poi c'è un pezzo punk, un richiamo anni '70 ai Sex Pistols: io sono fanatica del gruppo. Mi piace esplorare, sentirmi liberissima musicalmente, ma riesco a sentirmi anche molto Rose Villain mentre lo faccio. Mi sento di non avere manette o paletti, anzi sento di aver esplorato musicalmente molto di più del primo disco. È tutto molto più galoppante: se lo immagino live con la band, impazzisco.

Ritornando al dittico Il mio funerale e Brutti pensieri, c'è una figura richiamata in entrambi i brani ed è quella di tuo padre. 

È l'unico genitore che mi è rimasto, quindi quando parlo di una figura genitoriale è sicuramente lui. Penso che comunque, come figlia, ho avuto sempre un rapporto molto speciale con lui. È una persona incredibile, anche se non capisce niente di musica. Non mi ha mai fatto sentire di averlo deluso e in realtà sono abbastanza serena, anche perché non sono stata una figlia dannata, almeno non gliel'ho mai fatto pesare.

Ha ascoltato le canzoni del disco?

No e non so cosa dirà quando le sentirà. Anche perché con brani come Brutti pensieri, Lamette, ma anche Trasparente o Milano almeno tu, racconto tanto la sofferenza. E quando penso che la famiglia l'ascolterà, penso anche al fatto che io sono un po' l'opposto con loro. Sono un po' la figura di riferimento, saggia, tra virgolette: non sono molto piagnona, incanalo tanto nella musica la mia parte oscura.

E loro cosa hanno detto dopo Radio Gotham?

Dopo averlo sentito, la mia famiglia mi ha chiamato e mi ha detto: "Sorella, tutto bene?". Non voglio farli rimanere male, però un po' ci rimarranno male. Non importa.

Lo pensi riguardo a Brutti pensieri?

Sì, ma non posso frenarmi dal dire quello che penso. Se vorranno tendermi il braccio, capiranno. Se capiranno, io accoglierò con amore. Non mostrandomi molto fragile, si stupiscono quando sentono alcuni brani.

E invece Trasparente? Avrebbe potuto essere il brano di Sanremo 2025?

In tanti me l'hanno detto, anche alcuni amici che mi hanno chiesto perché non ho portato quella a Sanremo. In realtà ne ho tante altre di Trasparente in canna. La verità è che stavamo consegnando il disco, avevamo missato e finito tutto, ma c'era ancora qualcosa che volevo dire. Ho scritto, cantato una, massimo due volte ed Andy (il marito Andrea Ferrara, aka 6IXPM, ndr) ha fatto il piano.

Che cosa significa scrivere un brano romantico per Milano?

È un rapporto di odio e amore con la città. Mi sono accorto che tutti gli abitanti hanno questo tipo di rapporto, come se fosse una relazione. C'è il cambio, la realizzazione ma c'è anche lei nei momenti tristi, con quella luce di qualcuno che ti capisce. In realtà è sempre il luogo in cui si ritorna, il nido.

Le date del tour di Rose Villain

17 ottobre 2024 – FIRENZE – Viper Theatre
18 ottobre 2024 – PADOVA – Hall
25 ottobre 2024 – NAPOLI – Casa della Musica
29 ottobre 2024 – MILANO – Fabrique

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