Romeo e Giulietta: il loro primo incontro avveniva in una notte di metà luglio
“Guarda come posa la guancia sulla mano. Oh fossi un guanto su quella mano per poter toccare quella guancia”: con queste parole inizia una delle scene d’amore più famose della letteratura di tutti i tempi. Un amore che è preludio di morte e tragedia, troppo rapido e improvviso, “troppo simile al lampo che cessa di esistere prima che si possa dire ‘lampeggia’”: quello fra Romeo e Giulietta. Il loro primo incontro avviene durante un ballo in maschera nella casa dei Capuleti, in una Verona cinquecentesca: William Shakespeare ambienta proprio in questi giorni, in una calda notte di metà luglio, l’inizio della tragica storia d’amore più famosa di tutti i tempi.
L’amore fra Romeo e Giulietta, in una notte d’estate
La vicenda d’amore e morte che coinvolge i due giovani si svolge nell'arco di pochi giorni. Precisamente a metà luglio: l’indicazione temporale ci è data nel dialogo fra Madonna Capuleti e la balia, quando la nobildonna si reca da sua figlia per annunciarle l’intenzione di sposarla al nobile Paride. Siamo nel I atto, scena terza: parlando di Giulietta la madre afferma che “non ha ancora quattordici anni”. La balia conferma: “Ci scommetto quattordici dei miei denti – anche se, sia detto con dolore, ne ho soltanto quattro – che non ha ancora quattordici anni. (…) Quando verrà il primo agosto, alla vigilia, lei farà quattordici anni”.
Giulietta è nata alla vigilia dei Lammas, l’antica festa del raccolto e della mietitura: cadendo il 1 agosto, ne consegue che il compleanno della giovanissima eroina shakespeariana è da collocarsi al 31 luglio. Poiché dalle parole di Madonna Capuleti scopriamo che al momento della conversazione, avvenuta qualche ora prima del ballo in maschera dove Giulietta vedrà Romeo per la prima volta, mancano “due settimane o poco più”, l’evento è da collocarsi a metà mese, intorno al 12 o 13 luglio.
La scena del balcone: l’amore che annuncia la morte
È dunque in questi giorni di secoli e secoli fa che Romeo vedeva per la prima volta, innamorandosene all'istante, la sua Giulietta. I due si scambiano pochissime parole dense di poesia e d’amore, senza conoscere l’identità dell’altro, e prima della fine del ballo si baceranno. Romeo, vedendola, esclama: “Sembra pendere sulla guancia della notte come un ricco gioiello all'orecchio di un’Etiope. Bellezza troppo ricca per ogni giorno, troppo cara per la terra! (…) Fino a questa notte la bellezza vera io non l’ho mai veduta”. Ed è proprio in una calda notte estiva come queste che s i svolge la celeberrima scena del balcone in cui i due si giurano amore eterno:
Che c’è in un nome? Ciò che chiamiamo rosa avrebbe con qualsiasi nome un profumo altrettanto dolce. Così Romeo, Se non si chiamasse Romeo conserverebbe quella rara perfezione che possiede senza quel titolo. Lascia il tuo nome, Romeo, e in cambio del tuo nome che non è parte di te, prendi tutta me stessa.
Un amore eterno, ma crudele: tanto più è dolce il loro canto, più alto sarà il lamento funebre che s’innalzerà di lì a poco sui loro corpi senza vita. In questa prima notte d’amore e d’estate Romeo e Giulietta si cercano, e si trovano alle soglie della notte, sotto quel balcone, con quella promessa che sarà anche la loro condanna:
Tre parole, caro Romeo, e poi davvero buona notte.
Se la tua inclinazione amorosa è onorevole, il tuo fine il matrimonio,
Mandami una parola domani con qualcuno che farò venire da te, e fammi sapere
Dove e quando vuoi compiere il rito:
Deporrò ai tuoi piedi tutte le mie fortune
E ti seguirò, mio signore, in tutto il mondo.