Roma, le suggestive Catacombe di Domitilla riaprono al pubblico dopo il restauro
Un altro gioiello dell'antica Roma è tornato a risplendere: si tratta delle magnifiche Catacombe di Domitilla, restaurate e riaperte al pubblico poco meno di una settimana fa. I lavori hanno interessato una vasta superficie, riportando alla luce numerose testimonianze usurate dal tempo.
L'inaugurazione del nuovo museo e la presentazione dei lavori di restauro sono avvenuti in occasione dei festeggiamenti per i 25 anni dalla istituzione della Pontificia commissione di Archeologia Sacra, che da molto tempo collabora e gestisce la tutela e la valorizzazione del sito archeologico sull'Appia Antica.
I lavori hanno interessato una superficie enorme: il complesso si estende infatti per circa 10 ettari, con 12 chilometri di gallerie sotterranee. Si contano più di duecento cubicoli e circa 26 mila tombe, fra adulti e bambini, oltre che numerosissimi affreschi: gli interventi hanno riguardato una grande parte dell'immenso sito archeologico, e sono stati realizzati sia con avanzate tecniche al laser che con tecniche tradizionali.
Sono state ripulite le lunette del cosiddetto “cubicolo dei Fornai”, completamente annerite, insieme ad altre pitture che, a causa dell'usura del tempo, risultavano pressoché illeggibili: tra le altre cose, sono state riportate alla luce moltissime firme dei visitatori, solitamente molto poco resistenti.
Una storia lunga secoli
Le Catacombe di Domitilla rappresentano una delle testimonianze più importanti di archeologia funeraria, a cavallo fra paganesimo e cristianesimo: si va dall'epoca precristiana al tardo impero, con numerosi tipi di strutture diverse per ogni epoca, dai colombari ai mausolei. Il grande cimitero sotterraneo risale al terzo secolo, e venne trasformato in epoca papale in un importante luogo di devozione e pellegrinaggio. Ma fu solo nel Cinquecento che l'importantissimo tesoro venne riscoperto quale documento unico della romanità precristiana.
Un piccolo mistero avvolge ancora il sito: chi è Domitilla? Secondo gli studiosi potrebbe trattarsi della proprietaria del terreno, moglie del console Flavio Clemente, oppure di sua nipote, perseguitata e martirizzata in quanto cristiana. Un piccolo enigma che ancora oggi aleggia sulle Catacombe, e che accompagna il visitatore nei nuovi percorsi guidati alla scoperta dell'antichità.