Roberto Calasso, intellettuale: sui social il mondo della Cultura ricorda uno dei migliori
Quella di Roberto Calasso, scrittore ed editore di Adelphi, morto a 80 anni dopo una lunga malattia, è una scomparsa che segna senza dubbio l'editoria italiana. Calasso è stato, per antonomasia, l'intellettuale italiano, tra i fondatori e poi direttore editoriale, ergendosi fino a alla presidenza di quella che è una delle case editrici più rinomate, blasonate, rispettate del panorama letterario italiano. Se Adelphi è quello che è lo deve anche, soprattutto, a lui e alle sue scelte: intellettuale rinomato in tutto il mondo, curioso, coraggioso, uomo colto, in grado di spaziare nei generi, scrivendo libri talvolta incatalogabili, traducendo e portando avanti l'idea di una Letteratura che deve guardare al mercato, ovviamente, ma deve anche prescindere da esso, deve essere scoperta, meraviglia, ma anche impegno, laddove spesso l'intrattenimento è visto come unico fine.
La morte di Calasso ha portato a un immaginabile profluvio di condoglianze, ricordi, un florilegio di frasi dello scrittore, stralci delle interviste, con i social pieni delle sue foto, da quando era giovanissimo a quelle più recenti. "Grazie, da parte di tutta la casa editrice, per gli innumerevoli messaggi di vicinanza e affetto. Ci sarebbe molto altro da dire ma in momenti come questi manca la lucidità per farlo, ed è preferibile il silenzio" si legge sul profilo Twitter di Adelphi che sceglie, per adesso, di andare controtendenza all'enorme affetto scritto nei confronti della sua colonna portante. È giusto e rispettabile il silenzio di coloro che gli sono stati a fianco fino all'ultimo, ed è giusto e rispettabile la volontà di tantissimi di ricordarlo.
Scrittori, musicisti, giornalisti e semplici lettori stanno riempiendo i social di ricordi. C'è Nicola Lagioia, scrittore premio Strega e direttore del Salone del libro che scrive: "Una delle avventure editoriali e intellettuali più belle di cui abbiamo avuto la fortuna di essere testimoni. Grazie Roberto Calasso" o Loredana Lipperini, scrittrice e giornalista, che scrive che è "come veder finire un mondo". Poi ci sono artisti che con la scrittura hanno un rapporto molto più da lettori, come Jovanotti che lo ha ricordato come il creatore della casa editrice più bella del mondo: "Roberto Calasso ha illuminato tutto con il suo passaggio, con la forza delle parole, della curiosità e del lavoro. Ha creato Adelphi Edizioni, la casa editrice più bella del mondo, e ha scritto libri che sono mappe inesauribili del luogo in cui viviamo".
Senza contare le altre case editrici, da Neri Pozza che parla di Calasso come dell'editore "che ha segnato una svolta fondamentale nella cultura italiana del secondo Novecento e del nuovo Millennio con la sua straordinaria casa editrice", Feltrinelli che ne parla come dell'"editore, scrittore e raffinato intellettuale europeo, Roberto Calasso, capace come pochi di evocare la forza mitopoietica delle storie", 66thand2nd che lo ricorda come "motore e ispirazione per il mondo editoriale italiano e internazionale così a lungo che l’idea che non ci sia più è insopportabile" e minimumfax che chiosa: "L'editoria non sarà più la stessa". Tra coloro che lo hanno ricordato anche il Ministro della Cultura Dario Franceschini che ha scritto: "Con la scomparsa di Roberto Calasso viene meno un pilastro dell'editoria italiana e un intellettuale straordinario capace di una sapiente visione della nostra cultura e delle sue radici".