Roberto Bolle and Friends tornano alle Terme di Caracalla
Non ce ne vogliano i sostenitori di Roberto Bolle e dei suoi friends, né gli organizzatori dei gala in lungo e largo per la penisola, ma ormai la formula del gala sta diventando piuttosto monotona, scontata e prevedibile. Ben vengano gli ospiti provenienti dalle migliori compagnie, così come la messinscena di pas de deux e variazioni dei titoli di repertorio classico e contemporaneo più disparati. Ben vengano, soprattutto per loro, gli incassi da capogiro con prezzi alle stelle in alcune location e conseguente eco mediatica tutta appannaggio del divino Roberto. Però ad oggi i gala di Roberto Bolle and Friends stanno diventando troppi, troppo uguali e troppo monotoni. Ci ricordiamo benissimo il principe di Casale Monferrato quando centellinava le proprie apparizioni in scena per tenere saldo il proprio appeal, a teatro come nei festival. Fino a quando ha imboccato la più remunerativa via commerciale che lo conduce in vetrine lussuose ed affollate, ben lontane dai palcoscenici e dai titoli che puzzano di storia della danza e del balletto. Sta di fatto che siamo qui a scrivere ancora di Roberto Bolle sì, stavolta però nelle quattro apparizioni dell'ennesimo Roberto Bolle and Friends nella splendida cornice delle Terme che furono dell'Imperatore Caracalla quasi duemila anni fa.
Il programma del primo atto
Massimiliano Volpini è uno di quegli amici che torna spesso utile alla causa di Roberto Bolle. Già in aprile al Teatro Alla Scala il coreografo scaligero aveva realizzato "Il giardino degli amanti" sullo spartito di Wolfgang Amadeus Mozart, un titolo cucito addosso al corpo ed alla tecnica dell'etoile Roberto Bolle. In verità uno dei tanti apprezzati lavori di Max Volpini, peraltro andato in diretta il 9 aprile su RAI5, ed oggi nuovamente nel cast di Roberto Bolle con "Prototype", sulle musiche originali di Piero Salvatori prodotte da Fausto Dasè, tutto rigorosamente in linea sul portamento dell'etoile. L'aspetto tecnologico del titolo è stato curato peraltro da Avantgarde Numerique e Xchanges Vfx Design, tanto per discostarci anni luce dal repertorio classico sempre meno presente nei gala del divo. Del resto la stessa linea moderna la ritroviamo nella bella coreografia "After the rain" del rampollo inglese Christopher Wheeldon, musicato da Arvo Part ed interpretato da Anna Tsygankova e Mattew Golding. Giusto in tempo per tornare a respirare l'aria ottocentesca di Marius Petipa e Riccardo Drigo, nella coreografia rivisitata de "Le corsaire" nel pas de deux della scaligera Nicoletta Manni accompagnata dall'interprete del Norwegian National Ballet Osiel Gouneo. La serata di grande danza porta con sé inevitabilmente anche grande musica così, dopo Wolfgang Amadeus Mozart e Riccardo Drigo ecco Johann Sebastian Bach e la sua "Allemande" per la coreografia di William Forsythe "Duet from new suite" per il collaudato pas de deux del Semperoper Ballet di Dresda composto da Elena Vostrotina e Christian Bauch. Infine Roland Petit, scomparso cinque anni fa e puntualmente ricordato sulle nostre pagine lo scorso 10 luglio, autore di "Arlesienne", su spartito di Georges Bizet ed interpretato da Roberto Bolle con Viktorina Kapitonova dello Zurich Ballet.
Il programma del secondo atto
Il sipario si riapre con un occhio rivolto al passato di Marius Petipa, coreografo del "Don Chisciotte" del 1869 sulle musiche di Ludwig Minkus e, in questa occasione capitolina, con la Kitri di Anna Tsygankova, proveniente dal Dutch National Ballet di Amsterdam in coppia con il Basilio londinese di Matthew Golding del Royal Ballet. Ma in tempi di conferme, oltre al genio coreografico ottocentesco Marius Petipa spicca quello novecentesco di Roland Petit, autore del "Pas de deux da Proust, ou Les intermittences de coeur" sulle musiche di Gabriel Fauré. Gran pezzo e gran coppia con il giovane scaligero Timofej Andrijashenko al fianco del ben più noto compagno di "squadra" Roberto Bolle. Il tuffo nel passato riguarda però anche un caposaldo della tecnica classica della danza, quell'Agrippina Vaganova maestra delle maestre di intere generazioni. E la sua coreografia "Diana e Atteone" non sfigura affatto tra le tante in cartellone, con le musiche di Cesare Pugni riviste da Riccardo Drigo per la Diana di Sarah Lane, stella dell'American Ballet Theatre, e l'Atteone ancora di Osiel Gouneo. Prima della chiusura con i fuochi d'artificio dell'ultima apparizione di Roberto Bolle, sale in cattedra ancora la musica di Johann Sebastian Bach per il "Vertigo Maze" di Stijn Celis con l'interpretazione di Elena Vostrotina e Christian Bauch. L'ultimo atto è ovviamente il preludio alla standing ovation per l'etoile Roberto Bolle, icona della danza in Italia e nel mondo. I meritati applausi saranno la cornice de "Le grand pas de deux", nome all'antica sulle musiche di Gioacchino Rossini e coreografie di Christian Spuck. Ad accompagnare il principe sarà Viktorina Kapitonova per l'ennesimo successo annunciato di critica e pubblico, ben pagato e ricchissimo di plusvalenze. Fino a prova contraria.