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Ritrovato negli Usa dopo 400 anni, il Cristo Portacroce di Giorgio Vasari è in Italia

Un dipinto del 1553 di Giorgio Vasari, da tempo considerato perduto, è stato identificato in un’asta negli Stati Uniti e sarà in mostra alla Galleria Corsini di Roma fino al 30 giugno 2019. Vero e proprio capolavoro del Rinascimento, il “Cristo Portacroce” rappresenta uno dei vertici della produzione dell’artista aretino.
A cura di Redazione Cultura
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Un capolavoro nascosto realizzato da Giorgio Vasari oltre 450 anni fa. Si tratta del "Cristo Portacroce", realizzato per il banchiere e collezionista Bindo Altoviti, nel 1553, e che le Gallerie Nazionali di Arte Antica presentano per la prima volta al pubblico dal 25 gennaio al 30 giugno 2019, nella sede di Galleria Corsini a Roma.

Il dipinto, passato nel Seicento nelle collezioni Savoia, era da tempo considerato perduto, finché non è stato identificato con questa tavola recentemente comparsa ad un’asta ad Hartford, negli Stati Uniti. Un recupero straordinario che oggi è possibile esporre per la prima volta al pubblico. Il ritrovamento è stato realizzato da Carlo Falciani, studioso di pittura vasariana, che lo ha riconosciuto nel quadro registrato da Vasari nel proprio libro delle Ricordanze, indicandone la data e il nome del prestigioso destinatario:

Ricordo come a dì XX di maggio 1553 Messer Bindo Altoviti ebbe un quadro di braccia uno e mezzo drentovi una figura dal mezzo in su grande, un Cristo che portava la Croce che valeva scudi quindici d’oro.

Il "Cristo Portacroce" è particolarmente importante perché testimonia un momento molto significativo dell’attività romana di Vasari, al servizio di papa Giulio III e del suo "cerchio magico", rappresenta uno dei vertici della produzione dell'artista aretino e uno degli ultimi dipinti realizzati nella Capitale prima della sua partenza per Firenze.

Per la mostra alle Gallerie Corsini è previsto un ciclo di conferenze sull’opera esposta e la figura dell’artista. Sia la mostra sia il catalogo dedicato ad essa sono realizzati grazie alla collaborazione e al supporto della Benappi Fine Art. Il dipinto, restaurato presso lo studio "Daniele Rossi" di Firenze, resterà all'interno di questo percorso di mostra fino al 30 giugno.

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