Ritrovate la prima illustrazione della Divina Commedia di Dante
Quanti credevano che le fonti relative alla più importante opera della letteratura italiana, e cioè la “Divina Commedia” di Dante, fossero ormai tutte note e consultabili dovranno ricredersi. Sono state recentemente ritrovate infatti due illustrazioni di Francesco de Barberino contenute all’interno del prezioso codice denominato “Officiolum” composto tra il 1304 e il 1309 a Padova, proprio in concomitanza con la stesura del poema.
Si tratta per la precisione di due immagini che riproducono alcuni passi danteschi: entrambe rappresentano spazi circolari a fasce concentriche del mondo dei dannati, con i gironi che vi si succedono. La scoperta, al di là dell’intrinseco valore delle illustrazioni, è di grande portata poiché rappresenta la prima testimonianza del valore che quel poema aveva per i contemporanei e lascia supporre che le prime parti di esso, presumibilmente l’Inferno, circolassero già prima della stesura definitiva dell’opera.
Le due illustrazioni sono contenute nel foglio 69 e 156. La prima riproduce il “limbus” il girone dove riposano gli “spiriti magni” e cioè i filosofi classici e i primi scienziati nati e vissuti prima dell’avvento di Cristo. Il secondo riproduce tre fasce circolari che circondano una testa bestiale e in cui le anime vengono perseguitate da diavoli e mostri infernali.
L’aspetto più curioso di questa vicenda è che l’"Officiolum" che contiene queste e molte altre importanti illustrazioni è riemerso ben 12 anni fa, nel dicembre del 2003, durante un asta di Christie’s ma solo oggi sappiamo qualcosa di più dei tesori custoditi al suo interno. Il motivo è che a fine ottobre, il Centro Pio Rajna pubblicherà, nell’Edizione nazionale dei commenti danteschi figurati, il facsimile del volume che sarà presentato in anteprima a Roma da lunedì a giovedì nell’ambito di un convengo internazionale. Ciò si deve alla generosità del suo proprietario che lo aveva acquistato per la cifra di 935 mila euro: si tratta del giurista e avvocato milanese Guido Rossi che ha autorizzato la riproduzione come suo personale contributo alle celebrazioni dantesche del 2015 per i 750 dalla nascita del poeta.