Riscoprire il genio di Giacomo Leopardi: dalla biblioteca di casa al Colle dell’Infinito
Entrare nella sua biblioteca, dalla quale mentre studiava notava Silvia, al secolo Teresa Fattorini, nella sua stanza, nei giardini in cui è cresciuto. Respirare, seppur figuratamente, il genio del poeta in ogni anfratto della sua Recanati, fin sopra all’orto sul colle dell’Infinito, dove compose l’omonima poesia. Casa Leopardi, dimora di Giacomo, tutt’ora di proprietà della famiglia che ne ha aperto alcuni spazi, è un luogo di culto per tutti gli appassionati, capace di avvolgere anche chi, magari, per la prima volta si affaccia sul mondo del poeta.
La visita guidata: un viaggio nel genio del poeta
Il percorso guidato è un viaggio nella vita di Leopardi: dalla severità austera della madre alla comprensione del padre. Dagli studi dei volumi ai momenti di svago con i fratelli. Il tutto, condito da ragazzi come Francesco, impregnati di cultura del mondo Leopardiano in grado di stravolgere quelle che sono le credenze comuni sul poeta. La guida ti conduce non solo all’interno dei locali aperti al pubblico, ma ti porta oltre, quasi a rivivere le stesse emozioni, i sentimenti e le angosce di Giacomo che dalla finestra dello studiolo guardava quello di cui poi sarebbe andato a raccontare: la vita quotidiana di un paesino delle Marche come Recanati.
Il Fai e l'orto sul colle dell'Infinito
Terminato, purtroppo in 20 minuti a causa delle restrizioni dovute dal Covid, il giro nella casa di Leopardi, ci si può spostare di qualche decina di metri per scorgere l’entrata del palazzo che dà sull’orto sul colle dell’Infinito, ora gestito dal Fai. Qui, prima di ammirare il panorama che ha ispirato Leopardi a ricordare quanto caro gli fu quest’ermo colle, si entra in un percorso virtuale dove grazie alla collaborazione di Lella Costa e Massimo Popolizio, l’Infinito viene letto e spiegato in ogni suo significato più intenso e intimo. Anche in questa circostanza, però, purtroppo, l’emergenza sanitaria ha limitato l’esperienza dei visitatori che, prima di febbraio, potevano interagire con diverse altre attrazioni. Un esempio, è la sala di doppiaggio. Ma lasciati gli spazi al chiuso del Fai, e percorso nuovamente alcuni scalini, ci si affaccia finalmente alla via d’erba che conduce all’orto. Lì, è il silenzio a farla da padrona. Ora come allora, non si odono altro che i rumori della natura mentre si osserva l’infinito delle colline marchigiane.
Nell'universo di Leopardi
Guardando dal punto più alto del giardino verso l’orizzonte, si resta avvolti dal fascino e dal timore di non sapere cosa vi è oltre. Se, effettivamente, qualcosa c’è. La visita all’orto sul colle dell’Infinito è la trasposizione materiale di quanto scritto da Leopardi. Ma senza le sue parole, forse, il panorama potrebbe porsi ai nostri occhi come un colpo d’occhio qualsiasi. Per questo motivo nulla conta come esserci. Per questo motivo bisogna visitare il prima possibile questi luoghi.