Riki: “Sono caduto in depressione, ero in crisi e ho fatto delle cavolate. Volevo autosabotarmi”
Riki, nome d'arte di Riccardo Marcuzzo, in una lunga intervista al Corriere racconta il suo periodo difficile iniziato durante la partecipazione a Sanremo 2020. La pandemia lo ha costretto a fermarsi e a fare i conti con i problemi di salute mentale: "Non avevo il coraggio di dire "non sto bene". Dopo un percorso di analisi, è riuscito a rialzarsi e ora è pronto a presentare il suo nuovo progetto, Casabase.
Le parole di Riki: "Ho fatto cavolate, ero in crisi"
"Ho vissuto tre anni molto importanti dove però non ero padrone del mio destino, infatti tante volte sfogavo la mia solitudine e la mia rabbia, la gabbia dorata in cui mi sentivo, nel mio essere impulsivo". Così comincia la lunga intervista di Riccardo Marcuzzo, nome all'anagrafe di Riki, che al Corriere ha ripercorso gli ultimi suoi anni: "Ho fatto un po' di cavolate. Dovevo per forza seguire le logiche del mercato e a un certo punto mi sono incagliato", la confessione. Non riusciva ad ammettere di star male, ha spiegato: "Non avevo il coraggio di dire "sono in crisi, non sto bene, mi fermo", ma poi ti rendi conto che non puoi farcela da solo". Ha spiegato di essere caduto in depressione – "stavo male, faticavo a dormire, non avevo voglia di fare niente, ero svogliato e apatico" – E grazie alla terapia, è riuscito a rialzarsi. Ha scoperto nuove passioni, si è laureato in design, e nel nuovo disco, Casabase, ha costruito il suo "posto felice".
La voglia di tornare a Sanremo
A Sanremo 2020 "ero già in crisi", ha spiegato Riki, e "In quel periodo volevo proprio auto-sabotarmi". Sul palco non si sentiva a suo agio, "ero asettico, non sentivo neanche la tensione", ha raccontato. Con lo scoppio della pandemia, fu costretto a fermarsi. Ora ci tornerebbe a Sanremo: "Me la giocherei in un altro modo, più maturo e consapevole, ma anche più bello, gentile e luminoso. Ma se non fosse, non importa. Si va pian piano".