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Richard Meier: 50 anni di architettura alla Fondazione Bisazza

Per celebrare il cinquantesimo anniversario di attività di Richard Meier, la Fondazione Bisazza per il Design e l’Architettura Contemporanea accoglie presso i suoi spazi di Montecchio Maggiore (Vicenza), fino al 28 luglio, la prima retrospettiva europea sul lavoro dell’architetto americano, una delle voci più importanti e autorevoli dell’architettura internazionale.
A cura di Clara Salzano
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“Richard Meier. Architettura e Design” è l’inedita mostra dedicata ad uno dei maggiori esponenti dell'architettura contemporanea, organizzata dalla Fondazione Bisazza in collaborazione con lo studio Richard Meier & Partners Architects di New York. Include alcuni dei lavori più emblematici del famoso architetto americano attraverso una selezione di modelli, bozzetti originali, rendering, fotografie e oggetti di design.

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Richard Meier, classe 1934, nato a Newark, New Jersey, è stato il più giovane architetto ad aver mai vinto il Pritzker Prize. È considerato uno dei progettisti più continuativamente coerenti con il pensiero di Le Corbusier; Philip Johnson parlava di Meier come del "più tradizionale e abbordabile del gruppo dei Five”, di cui era membro, ma già con un ‘classico' alle spalle: la Smith House. Era il 1975, da allora un crescendo di incarichi e invenzioni che, pur tutti firmati inconfondibilmente, presentano sorprendenti soluzioni architettoniche sia nei volumi esterni, nelle spazialità interne che nel rapporto di complementarità con il contesto: un rapporto che rifugge da mimetismi o analogie formali, e che, senza infingimenti, si pone come una vero e proprio dialogo tra il nuovo e il preesistente, nel tollerante rispetto delle reciproche specificità.

Smith House, Darien, Connecticut, 1965 - 1967
Smith House, Darien, Connecticut, 1965 – 1967

La retrospettiva mette in mostra gran parte della produzione dell’architetto americano, che spazia dagli edifici pubblici alle case private, dalle soluzioni per preservare tesori storici come l’Ara Pacis a Roma ai musei più avveniristici in giro per il mondo, fino agli oggetti per la tavola disegnati con Alessi. Quasi ogni tappa saliente della produzione di Richard Meier è riassunta entro pochi passi nei 1000mq della Fondazione. La mostra riesce a fare un sunto chiaro, asciutto, ma anche emozionante e con alcune sorprese, delle sue architetture che puntano sulla luce, sulla dialettica tra interno ed esterno e sul bianco al punto da farne un elemento distintivo.

Penso che il bianco sia il colore in assoluto più bello, perché al suo interno si possono trovare tutti i colori dell’arcobaleno. Il candore del bianco non è solo bianco; è quasi sempre trasformato dalla luce e dal cambiamento della stessa; il cielo, le nuvole, il sole e la luna.  (Richard Meier)

Ara Pacis Museum, Roma, 1995 - 2006
Ara Pacis Museum, Roma, 1995 – 2006

Attraverso sedici scenografici modelli, completati da rendering e fotografie a parete, sono presentati alcuni dei più noti progetti di Meier: la Smith House nel Connecticut, il Getty Center a Los Angeles, la Neugebauer Residence in Florida e la Chiesa Dives in Misericordia del Giubileo a Roma, dimostrazione della capacità straordinaria dell’architetto americano di manipolare lo spazio con strutture, involucri e materiali, tutti chiamati insieme alla costruzione di un ambiente innovativo, che la sensibilità di Meier ha saputo interpretare. A questi si aggiungono famose realizzazioni quali le Perry Street Towers, l'High Museum of Art ad Atlanta, il Museo Arp a Rolandseck in Germania, completato di recente, e il Museo per l’Ara Pacis di Roma, straordinario esempio di quello che può fare e può essere oggi l’architettura: il ponte fra il passato, presente e futuro. In esposizione anche alcuni progetti non realizzati come le proposte per il World Trade Center Memorial, il New York Avery Fisher Hall e la Bibliothèque Nationale in Francia.

Richard Meier. Architettura e Design. Fondazione Bisazza
Richard Meier. Architettura e Design. Fondazione Bisazza

Dai progetti esposti è facile risalire ai temi, o criteri, che hanno guidato Meier nella progettazione: il Luogo di collocazione, e il modo in cui il luogo influenza l'edificio e l'edificio il luogo; il Programma, diagramma di relazioni funzionali da cui dipendono le esigenze e le prestazioni dell'intero organismo; l'Accesso; il Sistema di Circolazione che si potrebbe dire si estenda al di là dei limiti dell'edificio vero e proprio; la Struttura come sistema; e l'Involucro definito da un sistema di mura in relazione al sistema strutturale. Attraverso questi parametri è possibile analizzare qualsiasi lavoro di architettura. Il razionalismo meieriano non è un linguaggio ma un metodo. Spazio e volume, struttura e materiali, all'interno di un contesto e di un programma, sono aspetti, disgiunti ma interrelati, di una medesima realtà: l'Architettura.

Quello che cerco di fare è indagare i limiti plastici dell'architettura moderna per includervi il concetto di bellezza modellata dalla luce. Quello che desidero è creare una sorta di lirismo spaziale all'interno del canone della forma pura. (…) Il mio rigore è una ricerca di chiarezza che per me ha origine nella pianta. Sebbene sia trascurata di recente, la pianta è la chiave di tutto, che contiene nella sua bidimensionalità le istruzioni dell'oggetto tridimensionale, ossia dell'edificio. Con la sezione essa genera l'edificio. Mentre l'alzato tende al pittorico, la pianta e la sezione parlano all'architetto di idee di spazio. Comunque è sempre la pianta l'espressione più convincente e fondamentale dell'idea architettonica.   (Richard Meier)

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Nella sale espositive, all’interno di nicchie, sono invece esposte le realizzazioni per la tavola e una serie di accessori di design. Come nella sua architettura, anche nella progettazione dei prodotti di design, Richard Meier utilizza un vocabolario tipicamente modernista, caratterizzato da un sofisticato uso della proporzione e un’attenzione per la chiarezza geometrica e la sua sensibilità verso elementi quali spazio, forma e luce.

Internal Time, design Richard Meier. Fondazione Bisazza
Internal Time, design Richard Meier. Fondazione Bisazza

L’architetto americano inoltre entra a far parte della collezione permanente della Fondazione Bisazza con un’opera site specific: Internal Time. L'installazione è stata concepita tenendo conto del contesto spaziale, della struttura dell'edificio e della vista sul giardino. Il progetto consiste in una serie di colonne (alte 4,5 metri su una base di 80×80 cm), le cui geometrie gradualmente convergono in un'unica dimensione. È un giardino geometrico, un bosco stilizzato di possenti elementi verticali rivestiti in mosaico bianco in cui perdersi. L’unico modulo orizzontale accoglie una seduta dedicata alla meditazione e, mentre il visitatore si muove all’interno del "giardino", le colonne si comprimono e si espandono in una continua trasformazione di luci e prospettive.

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Troppo abituati a considerare l'immagine, piuttosto che i contenuti dell'architettura, oggi abbiamo disimparato a leggere il significato dell'organizzazione degli spazi architettonici e delle soluzioni tecnico-costruttive che la rendono possibile: in una parola, il significato del progetto, che ormai è ridotto, in genere, alla sola composizione di linee e superfici, in cui una frase o un'assonanza formale o un assemblaggio di citazioni è diventata la cifra fondamentale di un'opera. La mostra su Richard Meier invece ci riporta all’origine, ci ricorda l’importanza dei criteri che hanno da sempre guidato i più grandi progettisti, ci fa riscoprire il senso dell’Architettura.

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