Ricchi e poveri: “Non ci frega nulla di chi ci criticava! Ora ci hanno scoperto anche i giovani”
Se non fosse usurata come espressione si potrebbe parlare di seconda giovinezza, ma per i Ricchi e poveri abbiamo perso il conteggio delle giovinezze. Senza dubbio Sanremo 2024 è stato un momento importante, l'ennesimo, della loro carriera lunga e fortunata, grazie a Ma non tutta la vita, canzone che aveva ricevuto qualche nota di perplessità ma che in breve tempo ha confermato quanto l'unione meme-nostalgia, oltre a una grande professionalità, possa essere un mix di ingredienti importanti. E così Angela Brambati e Angelo Sotgiu hanno ottenuto riscontri inaspettati, la canzone ha oltre 14 milioni di stream, un successo en orme su Tiktok, che ha portato gli ascolti mensili di Spotify a superare gli 8 milioni, e un incremento esponenziale delle loro pagine social. E a sentirli questo entusiasmo continua, nonostante la fatica e le poche ore di sonno, come hanno spiegato nell'intervista a Fanpage.it
Sentite me la dite una cosa: c’è un po’ un senso di rivalsa con chi non aveva creduto in voi prima di Sanremo?
Angelo (Ao): No, no, non ce ne frega proprio, anche perché noi ci credevamo molto, così come il nostro manager, erano gli altri ad avere una certa aspettativa, più che altro. Noi abbiamo fatto il nostro lavoro che sta ottenendo risultati buoni, degli altri, dei malpensanti a noi non ce n'è mai fregato un cacchio.
Come sta andando questa ennesima nuovo periodo della vostra lunga carriera?
Angela (Aa): È meraviglioso, anche perché noi siamo partiti con tanta voglia di fare questa canzone in cui abbiamo sempre creduto e pur essendo dei bambini ormai grandi, cresciuti, abbiamo ancora quel piccolo bambino che c'è in noi che non morirà, anzi morirà con noi.
I vostri numeri sono incredibili, su Spotify siete arrivati a oltre 8 milioni di ascoltatori mensili, più di artisti come Sfera Ebbasta e lo stesso Geolier. Come si gestisce questa novità?
Aa: È come essere dentro a una tromba d'aria, giriamo e non sappiamo dove si va a finire, ma continuiamo a girare, andiamo avanti. Poi siamo pieni di idee e ogni volta ci diciamo: "Facciamola! Facciamola!", ci stiamo divertendo.
Ao: È un momento di grande soddisfazione, ci troviamo impegnati moltissimo in questo nuovo lavoro e cerchiamo di portarlo più avanti possibile con serenità e felicità.
Ora siete diventati noti anche a un grosso pubblico giovanissimo.
Aa: Certo, i giovani ci hanno scoperto, forse prima ci conoscevano tramite i genitori, ma adesso hanno toccato con mano le nostre cose e forse hanno anche scoperto e riscoperto quel nostro lato giocoso, si sono divertiti guardandoci, è stato un insieme di cose.
Ci raccontate di nuovo "Ma non tutta la vita" come nasce?
Ao: Era nata con una telefonata con Cheope, ci siamo sentiti per creare una collaborazione, avevamo lavorato assieme già tantissimi anni fa per cui ci siamo risentiti, ci siamo visti e ci siamo proposti di fare delle canzoni nuove, poi a un certo momento lui stava scrivendo delle cose nostre e ci dice: "Ho un pezzo che mi ha mandato un ragazzo giovane, Edwin Roberts, ha scritto questa canzone per voi, ascoltatela". Ce la manda e io l'ho girata subito ad Angela.
Aa: Me l'ha mandata senza dirmi il suo pensiero.
Ao: Sì, l'ho girata a lei e a Danilo Mancuso, il nostro manager, e mi hanno chiamato subito dopo e Angela m'ha detto subito…
Aa: …è un successo!
Ao: Ci siamo innamorati subito di questa canzone, siamo andati in sala d'incisione, l'abbiamo provinata e ha fatto la sua strada, una bella strada.
Aa: È stato tutto un insieme di cose combinate, anche le stiliste che hanno fatto questo fiocco, tipo pacco natalizio con la sorpresa e una volta tolto questo fiocco ci siamo scatenati.
Vi siete accorti subito dell'effetto di Ma non tutta la vita? Già a Sanremo si vedeva l'affetto nei vostri confronti…
Ao: Abbiamo sentito subito un'accoglienza meravigliosa da parte degli addetti ai lavori, per cui siamo andati avanti. Poi noi non ci fermiamo a informarci, come va, va. Per noi è comunque sempre qualcosa in più.
Aa: Però ce ne accorgiamo dagli addetti e dalla gente intorno a noi che magari un giorno ti ha parlato in una certa maniera e il giorno dopo lo ha fatto con l'occhio più interessato, il che vuol dire che è andata molto bene.
Com'è stare appresso ai nuovi ritmi a cui vi obbliga anche questa vita social?
Aa: Ci vuole molta forza fisica, perché si lavorano per tantissime ore, dalla mattina alla sera a fare tutte queste cose per i social, Tiktok, tiktik, tiktak, arrivavamo a fine giornata stremati e bisognava ancora andare su quel palco (di Sanremo, ndr), era quasi diventato più importante fare le cose sui social che cantare.
Era quasi quasi più complesso stare appresso a tutto quello che c'è intorno.
Aa: Ma è cambiato il mondo, è anche giusto che sia così.
Ao: La differenza è che tantissimi anni fa si facevano una o due interviste: Rai1, Rai2 e Telemontecarlo, e basta, finiva lì. Poi avevamo tutto il tempo per riposarci, per riprenderci, per cantare. Adesso è cambiato tutto.
Aa: ma grazie a questo mondo che è cambiato abbiamo un bel disco d'oro, grazie.
Una bella soddisfazione anche per chi, come voi, ha una carriera di soddisfazioni e numeri alle spalle, no?
Aa: Vedrai cosa ci inventiamo ora che facciamo il disco di platino! Ci sono cose bellissime in viaggio.
Immagino che stiamo parlando di altre uscite.
Ao: Ci stiamo già programmando per il futuro, bisogna sempre guardare un po' al futuro.
Vi avrebbe fatto piacere cantare a Malmö, all'Eurovision, una canzone così?
Ao: Sarebbe stata una canzone indicata, però non ha vinto Sanremo, non ha importanza. Ci penserà Angelina a portare alta la bandiera italiana, ci mancherebbe altro. È bella anche la sua.
Qual è la cosa più strana che vi è capitata in questo mese che non vi aspettavate?
Aa: Di non dormire mai, dormire poco, io mi addormento su ogni divano che incontro.