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Festival di Sanremo 2021

Riccardo Muti su Sanremo 2021: “Se la legge chiude i teatri, devono chiudere tutti”

Il direttore d’orchestra interviene sul dibattito in corso su Sanremo 2021 e sui figuranti al posto del pubblico: “È un’idea raccapricciante, fa accapponare la pelle” ha dichiarato Riccardo Muti in un’intervista. “Io spero che si possa aprire al più presto e che si possa tutti tornare in scena”.
A cura di Redazione Cultura
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"Ho parlato con il ministro Dario Franceschini e gli ho detto con chiarezza come la penso sulla questione dei figuranti: è abominevole". A dirlo, senza mezze misure, è il maestro Riccardo Muti, voce autorevolissima della cultura italiana. In un'intervista al quotidiano Repubblica, infatti, il direttore d'orchestra di fama internazionale usa parole eloquenti per giudicare la diatriba su Sanremo 2021 e su Amadeus: "Con le cautele del caso, naturalmente. La legge – come è scritto nei tribunali – è uguale per tutti. E se si chiude, devono chiudere tutti”. La questione figuranti, peraltro, aggiunge Muti "potrebbe rappresentare un precedente gravissimo".

Parole che, come quelle di ieri del ministro ai beni culturali e al turismo Dario Franceschini, non mancheranno di far discutere, seguite dalle voci di dimissioni del conduttore di Sanremo 2021, Amadeus, rischiano di pesare molto in una vicenda dai contorni sempre più complessi e nebulosi. A causa della pandemia in corso, infatti, il solito tam tam che precede Sanremo ha sconfinato da questioni meramente televisive per essere oggetto di dibattito all'interno del mondo teatrale messo in crisi dalla pandemia e con le sale chiuse secondo quanto previsto dai diversi Dpcm approvati nell'ultimo anno.

Perché non dobbiamo avere un pubblico finto, non esiste – continua Muti – È un’idea raccapricciante, fa accapponare la pelle. È assurdo per gli interpreti e per il pubblico vero. Io spero che si possa aprire al più presto e che si possa tutti tornare in scena. Noi al Ravenna festival, che si svolgeva all’aperto, abbiamo avuto un pubblico a distanza. Nei teatri si può fare la stessa cosa: spettatori distanziati. Così diventano il posto più sicuro. La gente – l’ho detto al ministro – viene per vedere lo spettacolo, mica per parlare col vicino che è seduto accanto”.

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