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Riccardo Dalisi e la sua Università Volante: una sfida al mondo accademico o una proposta utopistica?

L’architetto e designer napoletano dà vita a una “scuola del progetto” gratuita e nomade che rimette in discussione la formazione nel campo del design e propone scenari futuri.
A cura di Clara Salzano
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Sono certa di non scandalizzare nessuno sostenendo che, da più di qualche decennio, la formazione universitaria in Architettura, nel nostro paese, sta scontando una fase di profondissima crisi. Possiamo anche decidere di non fidarci completamente delle graduatorie internazionali, che in ogni caso sono quasi sempre alquanto ingenerose con le università italiane nel loro complesso, ma dovrà pur esserci un motivo per il quale nemmeno le scuole di architettura con una tradizione gloriosa alle loro spalle sono considerate competitive su scala globale. È evidente che, da qualche parte, qualcosa non sta funzionando, o non ha funzionato in un dato momento storico. Ed è altrettanto evidente che una buona parte del problema ha a che vedere con le università.

Io mi sono sempre posto al di là degli ambiti codificati formalmente definiti, come è stato del resto per tutte le sperimentazioni nell'ambito strettamente architettonico. Sin dagli anni '70 ho proposto e sperimentato con modelli di ricerca il “caos” ed il disordine creativo, le strutture a nuvola che sono oggi di moda. I miei corsi universitari sin dal 1971 li ho svolti in buona parte fuori dell' “edificio” di facoltà, nei quartieri più degradati. Per me l'architettura, l'arte e le tecniche devono essere tese al riscatto sociale, all'eguaglianza, al diritto di tutti di accedere alla sfera creativa fattiva, che sfocia nel lavoro solidale e che illumini la vita di più persone possibile.           Riccardo Dalisi

RICCARDO DALISI,ANIMAZIONE CON GLI STUDENTI DEL GRUPPO VICOLO A PONTICELLI, NAPOLI.1975

Certo, è sempre stato vero che le ricerche più interessanti nascono in gruppi indipendenti in seno alle istituzioni stesse, allo scopo di denunciarne le mancanze. È il caso di Riccardo Dalisi, architetto, designer e artista napoletano, con la sua Università Volante, che nasce e si produce a Palazzo Gravina, sede storica della Facoltà di Architettura, con l’obiettivo, al di là di ogni rigida schematizzazione, di dare senso, con poche fonti economiche e dando più valore all’educazione, alla libera scelta formativa, calibrandola ed equilibrandola a partire dalle energie e risorse personali.

Studio Dalisi

Riccardo Dalisi (1931) fa parte di una generazione di inventori e operatori culturali che hanno lavorato a Napoli segnando la scena urbanistica della città. Per primo ha assemblato materiali di riciclo, come latta, carta, ceramica, vetro, legno e stoffa, per dare luce ad autentiche opere d’arte. Design, scultura, architettura: campi della sua creatività dove la materia viene prima della forma. Dalisi apporta nell’ambito dell’Architettura una personale posizione teorica e poetica contraddistinta dai temi della geometria generativa e dall’animazione. Un’ideologia che si fa prassi e dà forma a oggetti unici nell’ambito del design italiano; una metodologia operativa che si misura con l’artigianato, dove la dimensione del fare si fa portatrice di libertà personale e collettiva.

Documentare, attivare e valorizzare l'interazione fra architettura, arte, design e artigianato è l’obiettivo evidente dell’opera del maestro napoletano, in mostra al Pan di Napoli fino al 24 Febbraio 2013.

Dalisi incontra i bambini

Un percorso scandito da un allestimento fantasioso, ma non casuale, in cui la documentazione esaustiva fornisce le tracce di un percorso intellettuale e creativo:  segnali e accenni che il visitatore, come chiede l’autore, completerà con le sue domande ed emozioni. Per questo l'esposizione è una mostra–laboratorio in cui le opere diventano solo il punto di partenza degli incontri-studio che vanno "più in là dell’oltre", affrontando nuove tematiche che attualmente sono al centro dell’interesse dell’artista: l’uomo e la conquista dello spazio.   

Si dice che è "creativo" chi riesce nel suo campo a tirare fuori qualcosa di "nuovo" capace di proiettarsi nel futuro. In un certo qual modo "crea il futuro", contribuisce a determinarlo. Basta questo a cogliere il potenziale sociale che vi è in questo termine. Riccardo Dalisi

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