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Ricatti e corruzione: il mondo della lirica finisce sotto inchiesta

L’inchiesta che ha coinvolto il Teatro Regio di Torino e il presunto giro di agenzie che imporrebbero i propri artisti rischia di allargarsi. Dagli esposti sull’Arena di Verona giunti sui tavoli degli inquirenti alla denuncia della consigliera del M5S sulla gestione alla Scala di Milano, dove “due agenzie risultano avere avuto molti più contratti rispetto alle altre”.
A cura di Redazione Cultura
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Se non è vero che con la cultura non si mangia, pare però che a mangiare siano sempre gli stessi. Si allarga l'inchiesta, partita lo scorso maggio, che ruota intorno all’ex sovrintendente della Fondazione lirica del Teatro Regio di Torino, William Graziosi. In quel caso, sono due gli episodi per cui è contestata la corruzione: un presunto scambio di favori con un corista e sindacalista, per la nomina e la riconferma alla sovrintendenza della fondazione, e i rapporti con un’agenzia teatrale di fatto monopolista in fatto di scritture dei propri artisti, in cambio di sconti e vantaggi. Questa almeno l'ipotesi iniziale della procura, tutta da verificare.

Intanto, come è noto, il Regio di Torino ha approvato un bilancio che da più parti si definisce disastroso e per cui il sindaco di Torino, Chiara Appendino, ha chiesto si faccia presto chiarezza. Tra le maglie dell'inchiesta di Torino, però, potrebbe finire anche l'Arena di Verona. Nelle carte al vaglio del procuratore aggiunto Enrica Gabetta e della pm Elisa Buffa, secondo quando riferito da La Stampa sul finire di giugno scorso, sono finiti anche due esposti riguardanti la medesima agenzia. E non è finita qui.

Sotto il ricatto degli agenti della lirica, infatti, secondo quanto riportato oggi da Repubblica, in un articolo a firma di Jacopo Ricca, sarebbe finita anche il Teatro alla Scala di Milano. La denuncia arriva dalla consigliera del M5S, Patrizia Bedori, che ha depositato un'interrogazione in consiglio comunale secondo la quale prima del cambio di sovrintendente, con l'avvento di Dominique Meyer, "due agenzie risultano avere avuto molti più contratti rispetto alle altre". E non solo. Sempre secondo la denuncia della Bedori, le due agenzie indicate essere in regime di "duopolio" alla Scala di Milano  la consigliera cinquestelle denuncia che le due agenzie finite nella bufera non solo hanno più contratti degli altri, ma tra quelli stipulati "le parti da protagonista sono la maggior parte. Quindi, oltre ad avere il maggior numero di contratti, le due agenzie prendevano anche i contratti più ambiti".

Il sistema, secondo gli artisti discriminati che in questi giorni si starebbero attrezzando per far sentire la loro voce, sarebbe semplice: le agenzie più potenti sono in grado di imporre gli artisti dei loro gruppi, non solo i più celebri, ma anche altri che renderebbero complicata, quando non del tutto impossibile, il lavoro a chi non fa parte di queste scuderie.

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