Revocato lo sciopero all’Opera di Roma per la prima di “Ernani”, ma la protesta continua
Ancora sul piede di guerra i lavoratori del Teatro dell'Opera di Roma, in stato di agitazione per il mancato sbloccamento dei fondi stanziati, e mai erogati, nel 2013 dal Comune (1 milione di euro) e, addiritutta, nel triennio 2011-2013 dalla Regione (circa 3 milioni di euro all'anno).
Non salterà l'attesissima inaugurazione di stagione, con "Ernani" di Giuseppe Verdi (sul podio il Maestro Riccardo Muti, per la regia di Hugo de Ana), prevista per stasera alle ore 19, come invece si paventava fino a qualche ora fa. Lo dichiarano in un comunicato congiunto il Sindaco di Roma Ignazio Marino e i rappresentanti sindacali di Slc-Cgil, Fials, Cisals, Libersind, Confasal del Teatro dell’Opera.
«Il Comune di Roma proseguirà nella erogazione progressiva del finanziamento previsto nel progetto di bilancio Comunale 2013 al fine di contribuire assieme agli altri soci fondatori di diritto al pareggio già sancito nel preventivo 2013 della Fondazione. Le parti convengono che il Sindaco sta mettendo in atto il massimo sforzo per la valorizzazione della istituzione musicale capitolina di rappresentanza della Capitale. Il Presidente del Cda si impegna a valutare assieme al ministro Bray tutte le opportunità previste dalla legge 800 (art. 6) finalizzate a un intervento finanziario. Le organizzazioni sindacali a fronte di tale impegno sospendono lo sciopero dichiarato».
Dunque Ignazio Marino rassicura sullo sblocco del contributo previsto nel bilancio preventivo comunale, che servirà a sanare la situazione critica dell'Ente lirico che rischia il default e, quindi, il commissariamento in base all'art. 11 della Legge Bray. Una prospettiva che i lavoratori del Teatro dell'Opera di Roma vogliono scongiurare con ogni mezzo, perché rischierebbe di provocare licenziamenti a tappeto dei lavoratori tecnico amministrativi (fino al 50%) e considerevoli tagli sugli stipendi (fino al 38%).
Lo sciopero continua, però, per tutte le successive repliche di "Ernani", in quanto i lavoratori chiedono rassicurazioni e garanzie sui pagamenti, anche da parte della Regione Lazio. Il Presidente Nicola Zingaretti ha cercato di smorzare i toni, impegnandosi a dirimere la questione con l'invio al Sovrintendente De Martino del piano dei pagamenti che permetterà di corrispondere tutte le quote in base al Decreto 35/2013 e all’accordo con l’Abi.
Abbiamo perciò intervistato telefonicamente Lorella Pieralli, cantante e Segretario Nazionale Aggiunto e Provinciale di Roma della Fials-Cisal, la quale ha lasciato trapelare la preoccupazione che ci possano essere degli interessi politici a commissariare il teatro. I fondi necessari, come dicevamo, nonostante siano ufficialmente stati stanziati, non sono ancora mai arrivati. Questo potrebbe causare, così, una situazione di defaut forzato. Che qualcuno voglia imporre un proprio commissario a capo del Teatro dell'Opera di Roma, nonostante il no di Muti e di tutto il Cda, recentemente espressosi con una lettera firmata dal vicepresidente Bruno Vespa? La Pieralli non si esprime. Resta di fatto che, come chiosa ,«la politica ai teatri ha sempre fatto male».