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Renato Zero sul padre: “Gli chiedevano se si vergognasse di me. Mi sorprese con un boa e la tutina fucsia”

Ospite in un podcast, Renato Zero si apre sul rapporto con suo padre e racconta un aneddoto. Il cantante condanna il bullismo, definito come una malattia, e rivela: “Tornavo a casa con i lividi e cercavo di nasconderli”.
A cura di Eleonora di Nonno
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"Mi portavo un sacchetto, mi infilavo in un portone, mi cambiavo e uscivo. Prima di tornare a casa, mi infilavo di nuovo in questo portone e mi ricambiavo" racconta Renato Zero, ospite del podcast condotto da Gianluca Gazzoli Passa dal BSMT. Nel corso dell'intervista, pubblicata il 30 settembre, giorno del suo compleanno, parla a lungo del rapporto con suo padre, poliziotto di larghe vedute.

Renato Zero: "A mio padre chiedevano se si vergognasse di me"

Renato Zero racconta a Gianluca Gazzoli che da ragazzo, una volta uscito da casa sua, aveva l'abitudine di cambiarsi d'abito all'insaputa dei suoi genitori: "Mi portavo un sacchetto, mi infilavo in un portone, mi cambiavo e uscivo. Prima di tornare a casa, mi infilavo di nuovo in questo portone e mi ricambiavo". Una volta, però, suo padre si accorse che aveva in mano un sacchetto e gli chiese cosa ci fosse all'interno: "Cominciò a tirare fuori il boa con le piume, la tutina fucsia e tutto ciò che c'era dentro. Dopo aver svuotato tutto mi disse ‘Tu da domani esci da casa così'". Renato Zero rivela di non aver mai avuto timore nel parlare con suo padre o di dirgli come si vestiva, cercava di non dare nell'occhio per fuggire dagli sguardi dei 136 poliziotti che vivevano nel palazzo:

Stavano dietro alle tapparelle come le perpetue e dicevano "Guarda che figlio che c'ha". Lo dicevano anche in faccia a mio padre, "Ma non ti vergogni di avere un figlio così?" ma lui non si è mai vergognato di me. Pensa la gente, dicono che oggi c'è cattiveria ma, in realtà, non è mai passata di moda.

Il cantante aggiunge, poi, un aneddoto:

Una volta questi idioti, quando stavo con il tendone di "Zerolandia" sulla Cristoforo Colombo andarono da mio padre e gli chiesero "Brigadiè, ci può dare il biglietto per vedere il concerto?" e mio padre tirò fuori il biglietto e disse "Io l'ho pagato e sono il padre".

Renato Zero sul bullismo: "Tornavo a casa con i lividi"

Per Renato Zero il bullismo è "una brutta malattia". Ha subito angherie sulla sua pelle: "Tornavo a casa con i lividi e cercavo di nasconderli ai miei genitori per evitare che si offendessero o preoccupassero. Avrò cominciato a essere oggetto di questi scherni a 13 anni. Avevo il coraggio e la tranquillità di dire loro "ma vi ho fatto qualcosa di male?". Di fronte a questa calma e pacatezza restavano paralizzati e se ne andavano". 

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