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Reinventarsi attraverso la Street Art è possibile: l’esempio di San Potito Sannitico

Nel cuore del Parco Naturale del Matese esiste un piccolo paese che si è letteralmente reinventato grazie all’arte in tutte le sue forme: il 26 aprile partirà la XIV edizione del Fate Festival, che guarda a San Potito e al suo territorio da un’altra prospettiva.
A cura di Federica D'Alfonso
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"Memoria", Tono Cruz
"Memoria", Tono Cruz

Immaginate un piccolo paesino dove tutti, bambini, giovani e anziani, fanno arte: un luogo dove le pietre annerite dal tempo si mescolano ai colori delle tempere e delle bombolette spray, dove i muri delle case più antiche diventano vere e proprie tele su cui dipingere storie di vita vissuta. In effetti non c’è bisogno di immaginarlo, perché un luogo così esiste: San Potito Sannitico, nel cuore del Parco Naturale del Matese, conta poco più di 1900 abitanti. E attraverso l’arte questo luogo ha letteralmente riscritto la sua storia: ecco come.

Partecipare all'arte: il Fate Festival

"Espacios de empoderamiento", realizzato da Hyuro.
"Espacios de empoderamiento", realizzato da Hyuro.

Tutto inizia da una semplice parola: partecipazione. È con quest’obiettivo che nel 2004 nasce il Fate Festival, un progetto che riunisce arte figurativa, teatro, musica e cinema: ogni anno San Potito si popola di writers, disegnatori, insieme ad attori, registi e sportivi i quali danno vita ad un fitto programma di attività che per circa due settimane aprono letteralmente questo piccolo paesino al mondo. Oggi, soltanto nel centro storico cittadino, si contano decine di opere d’arte disseminate nei punti più inaspettati: Mono Gonzalez, Boamistura, Francesco Bosoletti, Tono Cruz e Hyuro sono giunti qui da Cile, Argentina e Spagna per partecipare a questo grande progetto di recupero e di valorizzazione degli spazi.

Luoghi come questo, ricchi di storia ma del tutto invisibili sulle grandi mappe del turismo di massa, rischiano di scomparire: a meno che gli stessi abitanti del posto non decidano di rendersi protagonisti del racconto. Nato inizialmente come evento dedicato al cinema, il Fate Festival giunge oggi alla XIV edizione e ha negli anni riunito le più disparate esperienze artistiche: il risultato, un nuovo punto di vista da cui osservare il paesaggio urbano, da cui partire per valorizzare gli spazi sottoutilizzati e per tornare a far rivivere il proprio territorio.

Alt(r)e Prospettive per il territorio

Un nuovo modo di vivere i luoghi della quotidianità, quello inventato dal Fate Lab e da tutti gli abitanti del paese: non a caso la XIV edizione del Fate Festival, che partirà il 26 aprile fino al 12 maggio, ha scelto come tema quello delle “Alt(r)e Prospettive”. Per diciotto giorni San Potito e tutta l’area del Matese si trasformerà in un enorme palcoscenico artistico a 360 gradi: contestualmente alla realizzazione di nuove opere d’arte “a terra”, infatti, deltaplani e parapendii spiccheranno il volo per permettere ai più audaci di ammirare l’importante lavoro di riqualificazione e valorizzazione messo in atto attraverso l’arte. Contemporaneamente, anche il cielo si trasformerà in una tavolozza colorata, con scie e colori che attraverseranno le nuvole.

"La calma è la virtù dei forti", collettivo Boamistura.
"La calma è la virtù dei forti", collettivo Boamistura.

Al ricco programma del festival parteciperanno alcuni ospiti molto speciali: giungeranno nel paese moltissimi artisti di fama internazionale come Spy, dalla Spagna, Matu, dal Cile, e Hosh dalle Isole Baleari, oltre all’intero Corso di Nuove Tecnologie dell’Arte dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. Alla street art vera e propria, inoltre, si affiancheranno show acrobatici e danze aeree, grazie alla partecipazione dei campioni mondiali di parapendio acrobatico Horacio Llorens e Thomas de Dorlodot e del pilota-artista Eduardo Monteagudo.

Il tema del volo, filo conduttore di tutto il Festival, accompagnerà anche i numerosi laboratori previsti dal programma: da quello di drammatizzazione tenuto dalla professoressa Maria Fortuna fino a quello di generative art realizzato in collaborazione con la Metropolitan University di Londra. È previsto inoltre un laboratorio di mappatura creativa degli spazi del Matese, in collaborazione con l’associazione Ru.De.Ri.

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