Recuperati cannoni e un’ancora da una nave rinascimentale in Sicilia
Sono stati recuperati dai fondali antistanti la foce del fiume Akragas nei pressi di San Leone, naturale porto di Agrigento, a 1200 mt dalla costa e a 2,5 miglia dal porticciolo di San Leone, i primi reperti di una nave rinvenuta nel luglio del 2010, denominato relitto di Scoglio Bottazza. Un ‘ancora di ferro e alcuni cannoni sono stati recuperati da questi resti di una nave commerciale armata che dovrebbe appartenere al tardo Rinascimento, e si trova a circa 15 metri a ridosso della secca omonima presso la foce del fiume Naro. La nave è stata rinvenuta in un luogo interessato "da naufragi causati da un rilievo roccioso presente a tre metri di profondità che ha anche dato nome alla zona", come si legge sul sito della Regione Sicilia.
Il recupero è stato realizzato dalla Soprintendenza del mare della Regione Siciliana, attraverso il consorzio Ganosis di San Leucio del Sannio (Bn) che si è aggiudicato l'appalto per i lavori, insieme a Capitaneria di porto, Guardia costiera e Nucleo tutela patrimonio culturale dei carabinieri di Porto Empedocle, come riporta l'Ansa a cui l'assessore ai Beni Culturali e all'identità siciliana Francesco Paolo Scarpinato ha dichiarato: "Attraverso questo ulteriore recupero si conferma una grande stagione per l'archeologia subacquea in Sicilia. Basti pensare che, grazie all'attività svolta dalla Soprintendenza del mare, l'Isola dispone di ben 26 itinerari culturali subacquei visitabili da sub muniti di brevetto e, in qualche caso, da appassionati di snorkeling con il semplice utilizzo di maschera e pinne".
I reperti recuperati si aggiungono a quelli già raccolti nel 2007 e custoditi presso la Soprintendenza del mare, saranno restaurati nei laboratori del Parco archeologico della Valle dei Templi in base a un accordo tra i due enti e successivamente al recupero, restauro saranno esposti all'interno di uno spazio museale, come aveva già dichiarato Valeria Li Vigni della Soprintendenza che nel 2020 raccontò il progetto del Governo Regionale di creare "un ulteriore elemento di attrattività in un territorio che è già particolarmente ricco di testimonianze archeologiche e ambientali". L'intervento rientra nella programmazione del Fondo di Sviluppo e Coesione 2014-2020, Patto per la Sicilia.