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Ranma ½ su Netflix: perché dovremmo essere contenti del suo ritorno e quanto funziona a distanza di anni

Ranma Saotome e Akane Tendo sono pronti a rivivere le loro iconiche avventure attraverso un atteso reboot in esclusiva su Netflix. Un tuffo negli ‘80 e ‘90 grazie a un cult della cultura pop giapponese.
A cura di Lorena Rao
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Ranma ½ è di nuovo realtà. L’anime che ha cresciuto intere generazioni è ritornato sotto forma di reboot in esclusiva su Netflix a partire dal 5 ottobre. Per reboot intendiamo un reset, un nuovo inizio, delle vicende di Ranma Saotome e Akane Tendo. Nuovo per modo di dire: al di là della sigla che sostituisce quella storica degli anni ‘80 e uno stile artistico più colorato e moderno, Ranma ½ di Netflix resta piuttosto fedele all’anime andato in onda per la prima volta in Giappone nel 1989. In Italia la serie arrivò solo nel 1995 su tv locali e poi su MTV, un anno prima del manga, pubblicato per la prima volta in Italia nel 1996 (in Giappone uscì nel 1987). Si tratta di un dettaglio interessante: di solito gli anime escono dopo i manga, in quanto il più delle volte sono tratti da essi, e non viceversa. Questo spiega perché il fenomeno Ranma ½ esplose in Italia negli anni ‘90 e principalmente grazie alla serie animata. Al di là di queste curiosità, il ritorno di Ranma ½ si rivela un ottimo pretesto per capire il suo appeal dopo oltre 30 anni dall’esordio sul mercato dapprima giapponese, poi in seguito internazionale.

Perché Ranma ½ funziona a distanza di anni

Per il 16enne Ranma Saotome, l’acqua fredda è un incubo. Bastano poche gocce di pioggia per trasformarlo da uomo a donna. Solo l’acqua calda può riportarlo alla sua condizione originaria. Lo stesso processo riguarda il padre, che però si trasforma in panda quando colpito da un liquido freddo. I due sono finiti vittima di una maledizione durante un allenamento in alcune sorgenti in Cina. È da quest’incipit semplice e paradossale che inizia la storia vorticosa di Ranma ½, l’opera di Rumiko Takahashi, colei che è considerata la “regina dei manga” per l’impatto delle sue creazioni (Lamù, lo stesso Ranma ½, Inuyasha). Una storia ricca di personaggi e malintesi esilaranti inseriti nel contesto liceale giapponese, ma anche tante botte, perché i giovani protagonisti sono anche esperti di arti marziali.

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Il risultato è un caos divertente, che però lancia interessanti riflessioni sulla percezione del corpo, della mascolinità e delle femminilità, ma anche del rapporto tra figli e genitori. Il tutto emerge all’interno di un Paese tradizionalista come il Giappone. Questioni importanti e profonde, stemperate dallo stile narrativo chiassoso e irriverente. Questo spiega perché, dopo decenni, Ranma ½ resta ancora godibile per il pubblico del 2024, sia nella versione manga, sia nella versione anime.

Nel dettaglio, il reboot curato dal prestigioso Studio MAPPA (Attacco dei Giganti, Jujutsu Kaisen tra gli esempi più recenti) conserva in maniera attenta e rispettosa i dialoghi e le scene che hanno reso iconica la prima versione di Ranma ½. Non a caso il periodo d’ambientazione non cambia: anche nel reboot le vicende sono ambientate negli anni ‘80.

Il potere della nostalgia

La fedeltà nei confronti del passato è probabilmente dovuta al fattore nostalgia, una delle risorse più potenti dell’attuale industria dell’intrattenimento. Negli ultimi anni, videogiochi, cinema, fumetti ma anche anime e manga rincorrono le vecchie icone del secolo scorso per mantenere il pubblico in uno stato di comfort. Da una parte, tale prospettiva impoverisce la creatività, ma dall’altra testimonia la potenza di cui sono dotate alcune pietre miliari della cultura pop. Sono definibili tali opere che riescono ad essere attuali nonostante gli anni trascorsi dalla prima pubblicazione, che riescono ad essere cross generazionali e che soprattutto riescono ad emozionare tutti e tutte senza differenze. Ranma ½ rientra perfettamente in questa categoria, sfruttando appieno il potere della nostalgia per arrivare a un nuovo pubblico in cerca di una tortuosa storia d’amore basata su originali scontri e malintesi.

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