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Radio Italia replica alle accuse di Ghali: “Un equivoco, non era invitato al concerto di Napoli”

Radio Italia smentisce con una nota l’invito per Ghali all’evento Radio Italia Live – Il Concerto a Napoli: “Si è trattato di un equivoco nei primissimi dialoghi con i responsabili della discografica”.
A cura di Stefania Rocco
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Radio Italia replica con una note alle accuse di Ghali a proposito della presunta estromissione dell’artista dall’evento Radio Italia Live – Il Concerto a Napoli in seguito alla sua richiesta sul minuto di silenzio per Gaza in Piazza del Duomo a Milano. “Radio Italia smentisce l’invito per Ghali nel cast di Radio Italia Live – Il Concerto a Napoli, in programma il prossimo 27 giugno”, recita la nota diramata da Radio Italia, “Si è trattato di un equivoco, come potrà essere sicuramente confermato, nei primissimi dialoghi con i responsabili della discografica. L’invito per Ghali era inizialmente previsto per l’evento di Napoli,  in seguito, su insistenza dello stesso artista e del suo management, direttamente con il nostro Presidente, si era riusciti ad inserirlo nel cast di Radio Italia Live – Il Concerto a Milano, lo scorso 15 maggio. L’invito per Napoli è quindi automaticamente decaduto e, infatti, il nome di Ghali non è mai apparso nell’elenco ufficiale del cast di Napoli, rilasciato lo scorso 28 maggio. Radio Italia conferma inoltre che il palco di Radio Italia Live – Il Concerto ha sempre garantito e sempre garantirà la massima libertà espressiva agli artisti ospiti”.

Le accuse di Ghali: “Sono stato punito”

L’autore di Paprika, nel corso di un’intervista rilasciata a Real Talk di Middle East Eye, aveva rivelato di essere stato “cancellato” dal concerto a Napoli di Radio Italia Live, previsto per il prossimo 27 giugno in Piazza del Plebiscito. Secondo l’artista, si sarebbe trattato di una scelta arrivata in risposta alla richiesta avanzata dal palco della data di Milano del medesimo evento di un minuto di silenzio per le vittime di Gaza: “Sono stato punito. Il primo giorno non è successo niente, nei giorni successivi mi hanno comunicato che in sostanza non mi sarei esibito. Sono deluso, scioccato e sorpreso da questa mossa dell’industria musicale italiana”.

L’artista aveva attaccato l’industria discografica: “Censura per gli artisti che parlano della Palestina”

Sanno quanto mi sta a cuore questo tema. E conoscono il potere comunicativo che ho, quindi provo a immaginare cosa possono fare con artisti che hanno meno potere di me e cosa succede ogni giorno nel mondo con la censura. Potete fare delle cose, ma non potete cancellarmi. È folle che se vuoi mandare un messaggio, un messaggio di pace, devi pagare un prezzo e il prezzo che devi pagare sono i tuoi sogni”, aveva dichiarato Ghali nell’intervista rilasciata in seguito alla partecipazione alla data milanese dell’evento:

Ma non mi pento. Mi sorprende però che avvenga in un evento che ha a che fare con l’arte e con la musica in un paese in cui c’è libertà d’espressione. Il palco per me è sempre stato un luogo dove comunicare con la gente e mandare messaggi. Non è nel mio stile fare musica senza un messaggio, ho sempre unito le sue cose. Uno spirito che sembra non aver attecchito gli altri protagonisti della musica italiana, anche per la paura di essere "cancellati”. Mi chiedo: perché non parli? Sei sicuro che perderai qualcosa? E quello che perderai, il tavolo a un evento o una posizione in classifica, è più importante che fare la cosa giusta? Fa paura la reazione dell’industria verso gli artisti che parlano della Palestina. Fa paura perché ti cancellano, metti a repentaglio il tuo sogno, ma non mi interessa perché c’è gente che rischia la vita, c’è gente che muore, ci sono bambini che sognano di morire ogni giorno.

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