Quello che c’è, ciò che verrà. Intervista a Elisabetta Sgarbi su Venezia, premi letterari e vaccini
C'è anche Elisabetta Sgarbi alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Mercoledì 8 settembre, alle ore 19 nella Sala Laguna, è prevista una serata evento con la proiezione di "La nave sul monte", filmino in due capitoli sulle note del brano degli Extraliscio, contenuto nell'ultimo "È bello perdersi". Una serata a cui farà seguito il live del gruppo di Mirco Mariani. In occasione di questo evento, Elisabetta Sgarbi ha risposto alle nostre domande, dal racconto di questo progetto, a un commento sulla recente vittoria di Giulia Caminito al Premio Campiello, di Emanuele Trevi al Premio Strega, passando per il ricordo di Laura Lepetit, Roberto Calasso e Franco Battiato.
Un filmino, attenzione un filmino e non un videoclip, intitolato “La nave sul monte”, ovvero una delle canzoni di “È bello perdersi”, l’ultimo degli Extraliscio. Ce ne parla?
È stata una sfida che mi ha lanciato Mirco Mariani, un po’ stanco della logica dei videoclip. Volevamo dare uno spessore filmico, cinematografico alle immagini che accompagnano un brano musicale. Poi il brano musicale in questione, La nave sul monte, è ispirato dal cinema e da un capolavoro del cinema, Fitzcarraldo di Herzog. E allora ho cercato di restituire, con l’aiuto regista filosofo e teologo Eugenio Lio, una intensità assoluta alle immagini, arricchendo il più possibile il filmino: c’è il mio fiume, ci sono le voci bulgare e le ballerine romagnole coloratissime, c’è Gilda Mariani, bellissima, c’è un equipaggio di pazzi, c’è Leo Mantovani, ci sono gli Extraliscio, c’è una imponente Nave sul Monte. E quest’ultima è stata davvero una avventura trovarla.
È stato un anno particolarmente intenso per lei: gli Extraliscio a Sanremo, il film di Pupi Avati sui suoi genitori, la ventiduesima edizione de La Milanesiana. Ma anche la scomparsa di Laura Lepetit, di Battiato, di Calasso.
Franco Battiato era davvero un amico e la sua morte è per me un dolore che non trova misure nei successi professionali. La sua grandezza – umana e professionale – riusciva a stare dentro anche una telefonata occasionale. Calasso ci ha insegnato cosa vuol dire essere editore, Laura Lepetit è stata una imprenditrice molto coraggiosa. E a me piace il coraggio.
Al Premio Strega ha vinto Emanuele Trevi, al Campiello Giulia Caminito. Due premi che mettono il punto a una stagione per aprirne una nuova. Sono i romanzi giusti?
Penso che siano due romanzi importanti e che incarnano l’identità dei due premi che hanno vinto. Emanuele Trevi è un autore molto letterario, con una storia di grande impegno alle spalle, con nessun tradimento alla sua missione letteraria, che meritava il Premio Strega che ha anche l’onere di affermare il puro valore letterario e imporlo sul mercato. Cosa non semplice. Giulia Caminito incarna il codice genetico del Campiello, come dovrebbe essere: un romanzo letterario intenso e popolare che appunto mette d’accordo una giuria di Letterati e una platea popolare. Ed è giovane con un largo futuro davanti. Sono due libri belli, alternativi, che è giusto abbiano vinto nei rispettivi Premi. Ovviamente al netto del mio dispiacere per non avere vinto con Il pane perduto di Edith Bruck al Premio Strega (che comunque ha ottenuto il significativo Premio Strega degli studenti e le scuole, oltre al Premio Viareggio Repaci) e con La felicità degli altri di Carmen Pellegrino al Supercampiello. Ma essere nella cinquina del Campiello – non bisogna dimenticarlo – è già un Premio perché si viene selezionati tra centinaia di proposte in base a un criterio di valore letterario.
A Michel Houellebecq è stato dedicato il numero di agosto di Linus. Ma è proprio vero che non vuole più uscire con un inedito, come si dice?
Che non voglia più scrivere non credo sia una notizia vera. È vero che non vuole rilasciare più interviste. Almeno così ha sin qui detto. Ma un grande scrittore è libero di dire e contraddirsi. Michel inoltre ha ricevuto un importante riconoscimento letterario alla Milanesiana che è il Premio Jean Claude e Nicki Fasquelle.
Green pass più esteso a ottobre e si va verso l’obbligo vaccinale per gli studenti. Cosa ne pensa?
Penso che per l’obbligo vaccinale sia ancora presto, perché forse c’è bisogno di più tempo per calibrare al meglio i vaccini. Quando avremo tutti i dati a disposizione, non avrei problemi con l’obbligo vaccinale.
Quali sono i romanzi de LNdT della prossima stagione che proprio non possiamo perdere?
Avendo diversi autori italiani, indico due libri di narrativa straniera. Due libri davvero molto belli: il nuovo romanzo di Richard Powers, “Sgomento” , autore premio Pulitzer per "Il sussurro del mondo". E il nuovo romanzo di Joyce Carol Oates, "Notte. Sonno. Morte. Le stelle."